Come ogni stagione NBA che si rispetti, ci si attendono grandi cose da rookie e giovani prospetti. Non tutti, chiaramente, avranno il privilegio di diventare le prossime stelle della lega, ma se il talento cristallino è presente allora basta una piccola dose di fortuna e tanto lavoro per emergere in un campionato di giganti.
A poche ore dall’inizio della regular season, abbiamo provato a ‘scommettere’ su quelli che potrebbero essere 5 talenti pronti a sbocciare nella stagione 2020/2021. Senza la pretesa di vederli produttivi sin dal giorno 1. La NBA, si sa, è scienza inesatta quando, almeno per i primi tempi.
5. Theo Maledon
Guardia francese dal grande potenziale tecnico, Theo Maledon è stato selezionato con la trentaquattresima scelta del Draft NBA 2020 dagli Oklahoma City Thunder. Il talento di questo ragazzo è l’ennesima conferma della ricchezza latente che si annida tra le chiamate del secondo giro. Reduce da tre anni di professionismo europeo tra le file dell’ Asvel Lyon, squadra con la quale ha giocato anche l’EuroCup, Maledon avrà occasione di mettersi in mostra sin da subito anche in NBA, giocando per una franchigia in piena fase di ricostruzione.
Nelle partite di preseason giocate, la matricola ha dato sfoggio del suo innato QI cestistico, dimostrando una disposizione innata per il gioco ai suoi massimi livelli, specie in fase di gioco in contropiede. I 15.5 punti, 4.5 rimbalzi e 2.0 assist di media a partita non rasentano numeri propriamente eclatanti, ma a stupire è la sicurezza con la quale approccia le partite. Intriga davvero molto la coppia guardia-lungo tutta europea che lo vedrà coinvolto insieme ad Aleksej Pokusevski.
4. Harry Giles III
Un futuro già scritto, una notorietà guadagnata sin da ragazzo, poi il buio della disgrazia. La fragilità fisica rischiò di rovinare la carriera di Harry Giles III, impedendogli costantemente di dimostrare il massimo del suo potenziale. Il ragazzo ha però sempre vestito i panni del guerriero, dimostrandosi capace di ribattere i colpi inferti dalla sorte e, dopo un anno a Duke, ha coronato il suo sogno NBA, scelto dai Sacramento Kings in occasione del Draft 2017.
Nonostante i pochi minuti ed il ruolo marginale assunto in campo in California, la nuova avventura ai Portland Trail-Blazers sembra esser iniziata nel migliore dei modi. Nelle quattro gare di preseason disputate, l’ala ha saputo offrire grande impatto in pochi minuti di impiego: 10.8 punti, 9 rimbalzi e 1.5 palloni recuperati in 21.5 minuti di media a partita. Dinamismo in ambo le metà campo e sprazzi di grande comprensione del gioco lo aiuteranno certamente a ritagliarsi un ruolo significativo in Oregon.
3. Talen Horton-Tucker
Il paradigma della guardia del Ventunesimo secolo: grande atletismo e capacità di andare a rimbalzo, intelligenza nelle decisioni, capacità di creare per sé e per i compagni. Talon Horton-Tucker, nativo di Chicago ed attuale giocatore dei Los Angeles Lakers, è sicuramente uno dei giocatori più intriganti del panorama NBA, specie per le specifiche della sua costituzione fisica. La quarantaduesima scelta del Draft 2019 abbina infatti al suo 1,93 m di altezza 216 cm di apertura alare, dando un metaforico gancio destro all’uomo Vitruviano.
L’inusuale lunghezza delle braccia gioca senz’altro a suo favore nella metà campo difensiva, dove può alternare indifferentemente difesa sulla palla ed azzardo sulle linee di passaggio. Nonostante le sole otto partite ufficiali giocate sino ad ora tra stagione regolare e Playoff, il ragazzo ha impressionato positivamente lo staff tecnico gialloviola, meritandosi minuti importanti nel corso della recente preseason: 25 di media nel doppio confronto con i Suns e ben 40 nei due derby contro i Clippers. Nel secondo di questi, THT ha siglato una prestazione mostruosa da 33 punti, 10 rimbalzi, 4 assist e 4 palloni recuperati, candidandosi ad un ruolo di rilievo in squadra per la stagione vera e propria.
2. Coby White
L’ex giocatore di North Carolina sembra pronto ad una stagione da protagonista in maglia Chicago Bulls. Scelto con la settima scelta assoluta nel 2019 proprio dalla franchigia dell’Illinois, Coby White fa della velocità e dell’imprevedibilità le sua armi più affilate. Dopo 25.8 minuti giocati di media in 65 partite, nelle quali ha registrato 13.2 punti e 2.7 assist, la guardia sembra aver fatto tesoro del suo anno di adattamento, dimostrando tutto il suo arsenale nei 3 incontri giocati dai suoi Bulls in questa preseason: 20.7 punti di media, tirando con il 53.5% dal campo e con il 57.9% dalla lunga distanza. Il passaggio di Billy Donovan a Chicago deve averlo sicuramente motivato, così come la dipartita di Kris Dunn, ormai in forza agli Atlanta Hawks.
1. Michael Porter Jr.
I Denver Nuggets, nel corso della free agency, hanno perso alcune pedine fondamentali della rotazione, quali, Mason Plumlee, Jerami Grant e Torrey Craig. La dipartita di questi ultimi in particolare favorirà senz’altro Michael Porter Jr, ormai sul punto di diventare un titolarissimo della franchigia del Colorado.
Sentiamo spesso parlare di giovani con talento, ma gli dei del gioco con lui hanno visibilmente esagerato: non si è mai visto nessuno, dall’approdo in NBA di Kevin Durant, dotato di quella pulizia tecnica offensiva, resa possibilmente ancor più stordente, se commisurata ai suoi 210 cm di altezza. I Nuggets non hanno acquisito un terzo violino da affiancare a Murray e Jokic, probabilmente a ragion veduta: MPJ ricoprirà quel ruolo alla perfezione, anche perché non sa minimamente cosa sia la timidezza.