Shaquille O’Neal ce l’ha fatta di nuovo. L’Hall-of-Famer più apprezzato della crew di “Inside the NBA” ha trovato una fresca preda per le sue polemiche, dopo aver alimentato per anni faide e scontri social più o meno sentiti con altri giocatori della lega come Dwight Howard e JaVale McGee.
E non a caso i destinatari delle sue critiche sono stati spesse volte i big men dell’NBA, che Shaquille O’Neal descrive come molli, limitati e tecnicamente poco dotati. Ultimo della lista, quel Rudy Gobert che con gli Utah Jazz ha da pochissimo firmato un’estensione contrattuale che gli varrà 205 milioni di dollari per i prossimi cinque anni.
“Non sono un hater, anzi, questo dovrebbe essere d’ispirazione per tutti i piccoli giocatori là fuori. Puoi arrivare a guadagnare 200 milioni anche non superando i 12 punti di media”
Un dichiarazione, quella rilasciata al podcast “All Things Covered” che non nasconde un malizioso sarcasmo, in pieno stile Shaq.
Di una cosa siamo certi, Shaquille O’Neal sa certamente quello di cui sta parlando: MVP della stagione 1999-2000, tre volte MVP della Finals sui quattro anelli conquistati, oltre che alle quindici convocazioni all’All-Star Game ed una marea d’altri riconoscimenti. Tra cui medie di 23.7 punti a partita e 8.1 rimbalzi.
Numeri diversi rispetto a quelli di Rudy Gobert, come diverso è l’impatto sul rettangolo di gioco del due volte Defensive Player of the Year. Chi avrà ragione quindi? In attesa della risposta del francese, godiamoci la polemica.
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