(6-6) Golden State Warriors 104 – 114 Denver Nuggets (6-6)
Tripla doppia numero 46 per Nikola Jokic, quanto basta per tenere a bada un arrembante Steph Curry che da solo non riesce a portare a casa la vittoria dal campo dei Nuggets. I padroni di casa gettano le basi per il successo già nel primo quarto, partendo col piede giusto e chiudendo la frazione sul punteggio di 37-24, gap che i Warriors non riusciranno più a colmare. La musica cambia solo leggermente nel secondo periodo, quando i Warriors riescono a rosicchiare solo 2 punti ai rivali di giornata, che nel secondo tempo si affidano totalmente al loro Joker per scongiurare la rimonta avversaria. Sono 18 – su 23 totali – i punti realizzati da Jokic dal terzo quarto in poi, utili a ricacciare indietro ogni tentativo dei Warriors, che nonostante l’intraprendenza devono sventolare bandiera bianca.
23 punti, 14 rimbalzi e 10 assist per il centro che – paradossalmente? Fino a un certo punto – è in testa nella classifica degli assist smazzati a partita, coadiuvato dai 17 punti realizzati sia da Jamal Murray che da Will Barton. 35 punti, 11 rimbalzi e 4 assist per Steph Curry, costretto a predicare in un deserto in cui solo James Wiseman – 18 punti per lui – e pochi altri sembrano volergli dare retta.
(4-6) Miami Heat 108 – 125 Philadelphia 76ers (9-4)
L’emergenza sanitaria attualmente in corso lascia pesanti strascichi in casa Heat, con la squadra di coach Spoelstra che in quel di Philadelphia deve rinunciare a Jimmy Butler, Bam Adebayo e Goran Dragic. Eppure, nonostante le premesse, il primo quarto (30-38 per i padroni di casa) è piuttosto combattuto, con i 76ers che chiudono avanti riuscendo a sfruttare al meglio le lacune difensive e la scarsa coesione di una squadra costretta a scendere in campo con diversi rincalzi. Bastano però pochi minuti per far saltare del tutto gli equilibri, con Philly che non accenna a sollevare il piede dall’acceleratore arrivando all’intervallo sul 73-58, un parziale che non lascia certo ben sperare Herro e compagni. Nel secondo tempo, con un’atmosfera di diffuso e forse prematuro garbage time, i Sixers proseguono nella fuga per la vittoria, senza che gli avversari possano in qualche modo opporsi allo strapotere di Simmons e soci.
A fine gara è tripla doppia per l’australiano, che spegne le voci di mercato con 10 punti, altrettanti rimbalzi e 12 assist, a cui vanno a sommarsi i 31 di un indiavolato Shake Milton e i 9 di Joel Embiid, sottotono pur nel suo minutaggio ridotto. Il quintetto in doppia cifra non salva invece gli Heat, che comunque possono contare sui 22 punti di Duncan Robinson e sui 21 – con 8 assist, di Gabe Vincent.
(8-4) Indiana Pacers 111 – 87 Portland Trail Blazers (7-5)
Altra gara senza troppa storia è quella che va in scena in quel di Portland, dove i padroni di casa dei Blazers si lasciano sorprendere dai Pacers di Domantas Sabonis, ancora una volta in grande spolvero con la sua doppia doppia da 23 punti e 15 rimbalzi, a cui abbina anche 5 assist. I postumi della gara di Sacramento deve evidentemente aver giocato un brutto scherzo a Lillard e soci, che nel primo quarto tengono anche botta (26-26), per poi sciogliersi come neve al sole nel secondo, concluso sul punteggio di 59-36 per gli ospiti. I leader NBA per tiri da 3 faticano a ritrovare la mira dei bei tempi attestandosi su un magro 30,2%, con i Pacers che non si lasciano certo spaventare dai timidi tentativi di rimonta messi in campo dai padroni di casa nel secondo tempo e gestiscono con sicurezza un buon margine di vantaggio fino alla sirena finale. Salutato Victor Oladipo e in attesa di Caris LeVert, non poteva esserci nuovo inizio migliore.
25 punti e 7 assist per Malcolm Brogdon, mentre dall’altra parte ai Blazers non bastano i 22 a testa della premiata ditta Lillard-McCollum. Oltre al danno: nel terzo quarto, Jusuf Nurkic è costretto a lasciare il parquet, frattura al polso destro per lui.