Dopo due sconfitte inaspettate contro i Cleveland Cavaliers, Brooklyn trova il suo primo successo da quando può schierare sul parquet i Big Three. I Nets, nella notte, hanno infatti regolato i Miami Heat con una prestazione semi-convincente. La fragilità della squadra sembra essere ancora tutta lì da vedere: 18 punti di vantaggio sprecati verso l’ultimo quarto, quando Irving ha dovuto fare gli straordinari. Il play – autore di 28 punti nel complesso – ha realizzato 18 punti nell’ultimo quarto di cui 12 negli ultimi 6 minuti. Queste le sue parole a fine gara:
“Era tempo di vincere. E l’abbiamo fatto. Ovviamente dobbiamo e vogliamo essere più continui a livello di prestazione in partita, ma ci vuole tempo per costruire la giusta chimica e, in ogni caso, sono felice dello sforzo che abbiamo fatto questa sera.”
Dello stesso parere anche Kevin Durant, scorer leader con 31 punti, il quale ha voluto dare i giusti meriti allo stesso Irving per aver trascinato la squadra in un momento particolare del match:
“Abbiamo visto quanto è speciale e talentuoso Kyrie e quanto paga il lavoro che fa ogni volta. Lavora su quei tiri ogni giorno e porta il suo talento e la sua mentalità in tutte le partite. Soprattutto verso fine gara sappiamo che è in grado di mettere tiri difficili. È uno dei migliori giocatori al mondo, un grande compagno di squadra e quando la palla è nelle sue mani diventiamo imprevedibili perché può passare, segnare dal mid-range, mettere la bomba dall’arco o attaccare il canestro… E noi gli apriamo il campo. Il che rende complicato difendere per gli avversari. Avremo bisogno di questo atteggiamento da lui anche in futuro.”
Harden, che ha giocato 11 minuti senza i suoi compagni Durant e Irving, ha segnato il suo primo canestro solo nel quarto quarto, ma ha firmato la 5a partita consecutiva con almeno 10 assist a referto (12 punti, 11 assist e 7 rimbalzi):
“È bello non dover segnare così tanto per avere la possibilità di vincere. Posso essere solo un playmaker che si prende il tiro quando è possibile e nel frattempo coinvolge tutti i compagni nella partita. Questo è un cambiamento importante. Io sono io, ho un impatto sul gioco non solo segnando. Sono molto fiducioso di ciò che siamo in grado di fare con questo gruppo. Abbiamo avuto pochissimo tempo per allenarci insieme. Avremmo potuto giocare meglio. Siamo stati un po’ stagnanti in alcune situazioni, ma loro sono una buona squadra, dobbiamo ammetterlo.”
C’è però ancora qualcosa che preoccupa coach Steve Nash, ed è la difesa:
“Non abbiamo comunicato abbastanza, non abbiamo fatto abbastanza sforzi extra in difesa. A volte sembra che stiamo cercando una soluzione più rilassata piuttosto che lottare. Dobbiamo assicurarci di essere mentalmente forti, di stare insieme e rivedere questi dettagli. Solo così potremo progredire in difesa. Non esiste una formula magica per migliorare. Non importa a quale sistema adotteremo, dobbiamo combattere in campo. Quindi, prima di pensare a rotazioni o sistemi, dobbiamo essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda.”
Per ora Brooklyn ha tempo per farlo.
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