È stato un anno particolarmente strano per Magic Johnson, il quale ha visto perdere Kobe Bryant e vincere i suoi Los Angeles Lakers. La leggenda gialloviola ha fatto un bilancio del 2020, svelando come in ogni sua Zoom Call di lavoro abbia sempre ricordato in qualche modo l’ex numero 24. Queste le sue parole rilasciate al Los Angeles Times e raccolte da Yahoo Sports:
“Ogni volta che ho una call su Zoom, credo di aver sempre fatto il suo nome. Mi chiedono sempre: ‘Che anno è stato per te?’ e quindi commento la vittoria dei Lakers, ma aggiungo che hanno vinto anche e soprattutto per Kobe. Poi, quando arriva la parte di Q&A so già che ci sarà sempre una domanda su Kobe. Credo di aver fatto 45 Zoom Call e che per 45 volte abbiamo parlato anche di Kobe. La sua legacy sarà sempre qui, il suo spirito sarà qui con noi, la gente parlerà sempre di lui perché, ancora una volta, verrà ricordato non solo per il giocatore che era, ma per l’uomo, per quello che significava per la sua famiglia, per gli sport femminili, per coloro che sono senza casa, per coloro che stavano lottando con qualcosa. Capitava che ricevevano una sua chiamata con lui che diceva: “Vai avanti a testa alta, non mollare”. Era semplicemente unico e speciale. Sì, l’ho sempre in mente.”
La cerimonia della NBA Hall of Fame 2020 inoltre, è stata posticipata a causa della pandemia e probabilmente si svolgerà nel mese di maggio. Bryant farà il suo ingresso insieme a gente come Tim Duncan e Kevin Garnett, con Magic Johnson che non nascondeva la sua voglia nel sentire quello che il Black Mamba aveva da dire nel consueto discorso d’accettazione:
“So che avrebbe tenuto un discorso che probabilmente sarebbe stato il migliore di tutti i tempi, perché è competitivo in quel modo. Probabilmente avrebbe ascoltato quello che ho detto io, quello che ha detto Michael Jordan e avrebbe detto: ‘OK, sto per fare il più grande discorso che ci sia mai stato alla Hall of Fame’.”
Ma è stato dopo il ritiro che Magic ha notato un Kobe Bryant particolarmente rilassato e felice, insieme alla sua famiglia:
“È stato il momento in cui l’ho visto più felice. Prima, la sua felicità era ovviamente vincere i campionati, giocare a basket ai massimi livelli. Poi, dopo il ritiro, è stato davvero un ottimo esempio per tutti i papà nel mondo che passano del tempo con i loro figli e li sostengono davvero in ciò che amano fare. Penso che sia stato un vero grande esempio. Ha avuto un’influenza mondiale. Sai, pochissimi atleti diventano ancor più grandi nella vita di tutti i giorni arrivando ad un livello d’ispirazione gigantesco. Lui ha raggiunto quella stratosfera.”
I ricordi, quindi, finiscono anche sull’ultima partita di Bryant con i 60 punti realizzati contro gli Utah Jazz:
“Ragazzi… ci penso spesso a quell’ultima sua prestazione e scuoto sempre la testa. Ricordo che pensavo: “Come fa questo tizio a far 60 punti anche oggi?!.” È stato pazzesco.”
Dopo che i Lakers hanno vinto il loro 17esimo campionato NBA lo scorso ottobre, concludendo una stagione dedicata interamente a Bryant, Johnson ha voluto sottolineare l’enorme lavoro fatto da Rob Pelinka e di quanto sarebbe stato orgoglioso Kobe di questo risultato:
“Ho parlato con Rob dicendogli ‘Ehi, amico, puoi immaginare cosa ti avrebbe detto Kobe facendo tutte queste mosse?’ Rob ha detto: “Sì, lo so”. Ho risposto: “Cavolo, sarebbe stato così orgoglioso di te e di come hai ricostruito i Lakers”. Personalmente cerco sempre dargli piccoli suggerimenti e qualche opinione come: “Kobe ti sta guardando dall’alto in basso, amico, dicendo che è felice e orgoglioso di quello che stai facendo”. Erano inseparabili.”
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