Una prestazione unica nel suo genere, una di quelle destinate a rimanere impresse nella storia, e nella mente di tantissimi appassionati. Venerdì 23 gennaio 2015, i Golden State Warriors giocano contro i Sacramento Kings, e Klay Thompson non sa ancora che la sua prestazione rimarrà negli annali. Le due squadre partono alla pari, nonostante la disparità tra gli stati di forma delle due franchigie al tempo: gli Warriors infatti, coroneranno quell’annata con il primo titolo dell’era Splash Brothers.
All’inizio del terzo quarto, si scatena Thompson, tira tantissimo e sbaglia poco. In una decina di minuti, mette a segno ben nove triple, due tiri liberi e quattro tiri da due punti, incluso un alley-oop, cosa alquanto insolita per il giocatore in maglia #11. Alla fine ne metterà a referto 52 punti, e dirà che gli sarebbe piaciuto poter tornare indietro nel tempo per godersi il momento.
Il suo allenatore Steve Kerr, è tornato a parlare di quella prestazione stellare, al suo sesto anniversario, e lo ha fatto, figlio dell’esperienza acquisita da giocatore e da allenatore, vissute al fianco dei migliori.
“Direi che quello che è accaduto sei anni fa contro Sacramento, è l’esperienza più incredibile in un’arena, con tutti i riflettori puntati su un solo giocatore. Fu difficile capire cosa stava accadendo. Fu come un’esperienza religiosa, mistica, davvero.”
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