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NBA, Bam Adebayo: “Dobbiamo invertire la rotta”

Dal cielo al baratro nel giro di quattro mesi. Si potrebbe riassumere in questo modo l’improvvisa involuzione dei Miami Heat, passati da essere campioni della Eastern Conference a detenere il quartultimo record dell’intera NBA in un intervallo di tempo apparentemente istantaneo.

Più di un quinto della stagione regolare è in archivio e gli Heat hanno racimolato solamente sei vittorie nell’arco dei diciotto incontri giocati. Si tratta della peggior partenza dalla stagione 2007-2008 (4-14 in quel caso), anche se in buona misura viziata dalla falcidia che ha malauguratamente colpito il roster, decimato da infortuni e casi di positività al Covid-19. Le sconfitte consecutive sono divenute cinque al termine della partita odierna contro i Clippers ed i tifosi si dividono tra accusatori della sorte e contestatori dell’area tecnica e dirigenziale.

La verità risiede probabilmente nel mezzo, così come ha sostenuto Bam Adebayo nella conferenza stampa post-partita:

“Ci risolleveremo sicuramente. Chiedo alla Heat Nation soltanto di rimanere al nostro fianco nelle difficoltà. I tifosi sono stanchi di vederci perdere, è comprensibile. Non stiamo giocando sui nostri livelli, anche e soprattutto perché ci troviamo tutti in condizioni di salute e forma diverse. Non dobbiamo solo tentare di reggere l’urto. Abbiamo l’obbligo di invertire la rotta! La sfortuna si è accanita su di noi e, proprio per questo, dobbiamo dare tutti qualcosa di più.

Tuttavia, mantenendo fede a considerazioni del passato, coach Erik Spoelstra non ritiene onorevole puntare il dito contro il caso, gesto tipico di chi non si assume le proprie responsabilità:

“Jimmy Butler ha saltato 12 partite. Avery Bradley 10.Tyler Herro non ha giocato 7 partite per problemi al collo, mentre Leonard è stato a disposizione per sole tre partite. Abbiamo usato 13 quintetti titolari differenti. Sento ripetere troppo spesso queste frasi, sia dai membri della nostra organizzazione sia dai media. Siamo in emergenza, ma non possiamo smettere di giocare, di lavorare, di credere nel nostro progetto. E’ tempo di lottare per il compagno che abbiamo a fianco, ma anche per tutti quelli che non possono giocare. I ragazzi giovani devono dimostrare un’applicazione ancora maggiore, senza temere la possibilità di crescere più rapidamente del previsto. Non nascondiamoci dietro alla sfortuna e ricominciamo a giocare come sappiamo”.

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Pubblicato da
Alessandro Valz

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