La sconfitta subita nella scorsa notte – per mano dei Phoenix Suns privi di Devin Booker – ha riportato gli Warriors fuori dalle prime otto posizioni ad Ovest e l’impressione è che Golden State abbia difficoltà a trovare continuità nei risultati. Chi non riesce proprio a carburare è un opaco Draymond Green, ieri autore di soli 2 punti e 4 rimbalzi (pur conditi da 6 assist) con 1 su 8 al tiro, che è da sempre considerato il leader emotivo di questi Warriors.
Al suo rientro dopo aver saltato le prime uscite stagionali, l’ex giocatore NBA e analista ESPN Kendrick Perkins lo ha definito il cuore pulsante della squadra e ha ribadito che le cifre prodotte non rendono giustizia al suo reale contributo. Ma dopo le ultime prestazioni davvero deludenti e soprattutto le brutte serate al tiro, anche Perkins ha dovuto fare dietrofront sulle parole spese per Draymond:
“Ok, è arrivato il momento per Draymond Green di dare di più. Adoro le cose che fa in campo e che non appaiono sul tabellino della gara, ma ora è arrivato il momento di mettere statistiche a referto!”
In questa stagione, il prodotto Michigan State ha una media di soli 5 punti, 5 rimbalzi, 6 assist a partita mentre tira con un sanguinoso 34.6% dal campo e 22.6% da 3 punti. Inoltre il suo nervosismo in campo è tangibile dai troppi falli tecnici, seppur alcuni di dubbia veridicità, rimediati da inizio stagione. Nelle prossime gare servirà un nuovo Draymond Green per risollevare le sorti degli Warriors.
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