(13-9) Brooklyn Nets 146 – 149 Washington Wizards (4-12)
Punteggi altissimi in quel di Washington, dove le difese non danno certo il meglio di sé per la gioia dei rispettivi attacchi. Come da copione, l’inizio è decisamente scoppiettante: Brooklyn trova il canestro con disarmante facilità, Washington fa il suo in attacco ma nella sua metà campo è un pianto amaro. Il primo quarto è degli ospiti (38-28), ma già nel secondo i padroni di casa mostrano qualche passo avanti, riuscendo a rosicchiare qualche punticino alla controparte e chiudendo sul -6 all’intervallo lungo.
Al rientro in campo è lotta su ogni possesso, che il più delle volte, visti i punteggi, va a buon fine. L’equilibrio non si spezza, ma a sorridere sono i Nets, che alla fine del quarto guadagnano anche un punticino in più rispetto al precedente parziale (108-101).
Il quarto periodo sembra volersene andare senza troppi sconvolgimenti, dato che a una decina di secondi dal termine i Nets viaggiano su un tutto sommato rassicurante +5. Tuttavia, Beal manda a bersaglio la tripla del -2 a 8 secondi dalla fine. Dall’altra parte Garrison Matthews è scaltro a intercettare il passaggio di Joe Harris e Westbrook realizza ancora una volta dall’arco: è +1 Wizards a 4 secondi dalla fine.
Irving pesca Luwawu-Cabarrot sotto canestro a 2 secondi dal termine, ma il suo layup viene sputato fuori dal ferro, e allora tocca a Beal arrotondare il punteggio con due liberi.
Alla fine saranno 37 i punti per Bradley Beal, mentre Westbrook chiude con 41 punti, 10 rimbalzi e 8 assist. In assenza di Harden, ai Nets non bastano neppure i 37 punti di Durant, i 30 di Joe Harris e i 26 di Kyrie Irving.
(15-6) Philadelphia 76ers 119 – 110 Indiana Pacers (11-9)
Nella quindicesima vittoria stagionale dei Sixers c’è lo zampino di coach Doc Rivers, che a gara in corso, con i suoi sotto di 16 lunghezze, passa alla difesa a zona – novità assoluta per Philadelphia – che manda in crisi Sabonis e tutto l’attacco dei Pacers.
Ma andiamo con ordine. Se le cose non si erano messe poi così bene per Philly, le responsabilità di Simmons e compagni vanno ricercate già nel primo periodo, quando Indiana banchetta in tutta tranquillità senza che i padroni di casa sembrino in grado di controbattere (18-28). Nel secondo quarto i punteggi si alzano, ma la musica non sembra voler cambiare: all’intervallo lungo è 54-63 per gli ospiti.
Philly ci prova, ma i Pacers sembrano perfettamente in grado di concludere la missione, quando l’idea di coach Rivers rivoluziona le carte in tavola. Indiana va improvvisamente nel pallone e i Sixers colpiscono grazie a un clamoroso parziale finale di 31-6 fatto registrare negli ultimi otto minuti. Rimonta completata e sesta vittoria nelle ultime sette, nonostante l’assenza di Embiid.
Tobias Harris guida i suoi con 27 punti e 8 rimbalzi, seguito a ruota da Simmons e i suoi 27 punti, 7 assist e 6 rimbalzi. Dall’altra parte, ai Pacers non bastano i 25 punti di Brogdon e i 21+8 di Domantas Sabonis.
(15-5) Utah Jazz 117 – 128 Denver Nuggets (12-8)
E’ servito uno strepitoso Nikola Jokic da 47 punti, 12 rimbalzi e 5 assist per fermare la corsa degli Utah Jazz, reduci da una striscia di 11 vittorie consecutive che si interrompe bruscamente al Pepsi Center di Denver.
Che non fosse la serata giusta per Mitchell e compagni si intuisce già dal primo quarto, nel corso del quale i Jazz incassano la bellezza di 43 punti a fronte dei 29 realizzati. Eppure, neanche una prima frazione del genere riesce a svegliare i ragazzi di coach Snyder, che nel secondo periodo finiscono addirittura sul -25 (54-79) senza accennare la minima reazione. Di ritorno dagli spogliatoi, Quin Snyder deve aver usato toccato i tasti giusti sul morale dei suoi uomini, che scendono sul parquet con un altro piglio e riescono a ridurre lo svantaggio a un gap accettabile, ma non sufficiente per riaprire la gara: dopo ben otto triple incassate nel giro di qualche minuto, Denver si ritrova solo sul +8 (99-91), ma nel quarto periodo i padroni di casa non perdono la serenità e riescono a tenere a bada i tardivi bollori dei Jazz, mettendo in cascina una vittoria preziosissima.
Serata da incorniciare per Jokic, che pareggia il suo personale career-high e guida i compagni al successo, coadiuvato anche dai 16 punti di Jamal Murray e dai 18 di Will Barton. In casa Utah, invece, steccano i big Mitchell e Gobert – rispettivamente autori di 13 e 12 punti -, con il solo Bojan Bogdanovic a salvare la faccia con i suoi 29 punti in 32 minuti.