Poco più di un anno fa, Daryl Morey, allora General Menager degli Houston Rockets, si schierò fermamente dalla parte dei manifestanti indipendentisti di Hong Kong, sfiorando addirittura l’incidente diplomatico con la Cina. Da quel giorno, i rapporti tra la NBA e il governo cinese non sono più stati idilliaci e la parti faticano a dialogare ancora oggi.
IL RACCONTO DI DUDLEY
In quegli stessi giorni, diversi giocatori NBA si trovavano proprio in Cina con le rispettive franchigie, per affrontare gli impegni previsti dal calendario pre-stagionale. Tra questi, uno in particolare è ritornato sulla vicenda a distanza di mesi, riportando la propria esperienza tra le pagine del suo nuovo libro. Si tratta di Jared Dudley, ala dei Los Angeles Lakers:
“Quando il tweet di Daryl Morey venne interpretato come un attacco dal governo cinese, noi eravamo i cittadini americani più famosi presenti in Cina in quel momento. Quella uscita ci causò non poche difficoltà. Dovevamo presenziare a un evento di beneficenza a Shangai, ma abbiamo improvvisamente visto togliere i cartelloni pubblicitari allestiti per l’occasione. Abbiamo ricevuto minacce di morte, non potevamo partire, non potevamo allenarci, non potevamo visitare nulla. Arrivò Adam Silver di persona in Cina, letteralmente sudato per la tensione, per tentare di sistemare la questione e negoziare la nostra fuoriuscita dal Paese.”
Dudley ricorda anche la reazione di LeBron James, anch’egli presente in Cina:
“LeBron James criticò Morey per la sua avventatezza. I malfidenti presero le parole di LeBron come un affronto alla democrazia ed una negazione del diritto di espressione dell’individuo. Tuttavia, noi conoscevamo il vero significato del messaggio: prima di scrivere da casa commenti a sfumatura politica, bisognerebbe pensare ai giocatori presenti fisicamente in quel contesto ed alle conseguenze drastiche che potrebbero colpirli. E’ stato egoistico nei nostri confronti.”
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