I Cleveland Cavaliers sono in piena corsa Playoff nella Eastern Conference con un record di 10 vittorie e 12 sconfitte. Attualmente occupano l’ottavo seed con lo stesso record dei sesti e dei settimi in classifica, rispettivamente gli Hornets e gli Hawks. Quest’anno per Cleveland hanno brillato Sexton e Garland, che hanno reso il backcourt dei Cavs uno dei migliori per gli anni a venire. Oltre ai due giovani, il terzo leader della squadra è stato Andre Drummond.
Il lungo di Cleveland sta viaggiando a 18.2 punti, 14.6 rimbalzi (primo in NBA) e 1.4 stoppate di media a partita nelle prime 20 in stagione. Il suo impatto è a dir poco fondamentale ma il suo contratto in scadenza fa pensare che Drummond potrebbe essere scambiato prima della trade deadline, prevista per il prossimo 25 marzo.
Un’idea può essere anche il buyout, ovvero un accordo che lo renderebbe libero di accasarsi alla squadra che preferisce. Ma i Cavs non sono interessati, e anzi hanno detto che Drummond se ne andrà solo via trade. Sono stati intervistati anche alcuni membri dei front office di altre franchigie, che hanno parlato del valore del lungo in uscita da Cleveland. Nonostante apprezzino l’impatto del giocatore e la sua produttività a rimbalzo, alcuni hanno “criticato” il contratto in scadenza che fa calare di molto la sua appetibilità.
Il due volte All-Star se ne potrebbe andare per un prezzo abbastanza alto, ovvero una scelta al primo giro oppure due scelte al secondo giro del Draft, oltre a diversi giocatori per pareggiare il contratto da 27 milioni di dollari. Ma Drummond potrebbe anche rimanere ai Cavs. La franchigia sembrerebbe interessata a tenere a roster il lungo ex UConn, soprattutto se dovessero rimanere in corsa per i Playoff.
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