La stagione iniziata in ritardo, i protocolli, i casi Covid, l’assenza del pubblico e gli infortuni rendono sicuramente la vita difficile a tutte le franchigie NBA, ma una di queste non ha neanche la possibilità di giocare nel proprio palazzetto.
Parliamo dei Toronto Raptors che in questa stagione si sono trasferiti a Tampa Bay e che hanno da poco annunciato che continueranno a giocare le partite casalinghe in Florida a causa dei protocolli anti-covid fra Canada e Usa.
La decisione, nonostante venga ampiamente condivisa, non ha sicuramente fatto piacere ai giocatori e in particolare a Kyle Lowry, colui che da anni è il faro della franchigia:
“Con il diffondersi del virus, il governo canadese sta facendo di tutto per proteggere il paese e proteggere i propri cittadini; ora sappiamo che saremo qui a Tampa e i ragazzi possono davvero provare a stabilirsi. Ma Raptors e la città di Toronto sono sulla nostra maglia. Sappiamo ancora che i tifosi ci stanno supportando al massimo delle loro possibilità, vorremmo giocare davanti ai nostri tifosi. È un peccato che nel mondo sia in questa situazione, ma come professionisti, come uomini, dobbiamo fare il nostro lavoro anche se ci piacerebbe essere a casa ed essere di fronte ai nostri fan.”
Lowry è all’ultimo anno del suo contratto e le voci di una trade verso una squadra più attrezzata nei Playoff si fanno sempre più insistenti; chissà se Kyle tornerà a Toronto da avversario o con la maglia che lo ha portato nel 2019 all’anello NBA.
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