(13-21) Cleveland Cavaliers 112-109 Philadelphia 76ers (22-12) [OT]
Clamorosa e inaspettata vittoria dei Cavs in quel di Phila. Sexton e Garland regalano a Cleveland la W più improbabile di tutte, sul campo dei Sixers (adesso a sole 3 sconfitte interne): un buon modo per proseguire il mini filotto di vittorie, arrivato dopo 10 sconfitte consecutive.
Gli ospiti mettono fin da subito le cose in chiaro e costringono Embiid e Simmons a fare gli straordinari: i due segnano 33 punti su 47 di squadra nella prima metà di gara. Phila si riaggancia alla partita nel terzo periodo e nel quarto tenta di vincerla. Il tentativo di Sexton da 3 punti è fuori bersaglio: Thybulle raccoglie il rimbalzo offensivo e Embiid tenta lo step-back della vittoria, che però è fuori bersaglio.
Al supplementare Okoro manda subito avanti i Cavs prima di uscire per falli. Simmons commette fallo offensivo e, nell’azione successiva, il floater di Garland dà il +5 che rimane fino alla fine.
(7-27) Minnesota Timberwolves 112-128 Washington Wizards (13-18)
Che gli Wizards abbiano finalmente trovato la quadratura del cerchio? Ok, l’avversario non era proprio dei migliori ( i Twolves sono ora a 7 sconfitte consecutive), ma Bradley Beal e Russell Westbrook stanno trovando ritmo e iniziano a mettere su numeri importanti.
Beal, che spara cifre assurde da inizio stagione, ha chiuso a 34 punti. Westbrook con la classica tripla doppia, la decima in stagione. Grazie ad un terzo quarto super, gli Wizards riescono ad abbattere Minnesota. La partita resta infatti in equilibrio nei primi due quarti, prima che il terzo scombini tutto. Washington segna 44 punti, con un parziale di 35-12 incluso, che scombina completamente le carte in tavola e abbatte il morale degli avversari, incapaci di una qualsivoglia reazione.
(14-19) New Orleans Pelicans 114-117 San Antonio Spurs (17-12)
È la notte di DeMar DeRozan, lodato da compagni e allenatore. Dopo l’assenza dall’ultima partita per la scomparsa del padre, il veterano degli Spurs è tornato sul parquet per la prima partita casalinga dei texani dopo quattro trasferte consecutive. E il suo apporto è per l’appunto stato fondamentale: 32 punti e 11 assist, decisivi per avere la meglio sui Pelicans. È la quinta partita con almeno 25 punti e 10 assist a segno da quando è agli Spurs. Una prestazione quantomai necessaria viste le cinque assenze per il Covid a roster, che hanno decimato la rotazione di coach Popovich. NOLA paga ancora le gravi carenze difensive che, spesso e volentieri, non riescono a essere coperte dal grande talento offensivo: sono 7 sconfitte nelle ultime 10 partite.
(15-17) Indiana Pacers 107-110 New York Knicks (17-17)
6 vittorie nelle ultime dieci e addio record negativo: obiettivo ottenuto per i Knicks, che nel post-partita esprimono grande soddisfazione per l’aver riportato W e L in parità. C’è stato bisogno del buon Randle, con 28 punti e 10 rimbalzi, e dell’apporto di tutta la squadra, con i 24 di Barrett e i 17 di Rose.
I Knicks, dopo aver chiuso avanti di due punti a metà gara, mantengono la leadership nel terzo quarto. Ma i Pacers, con un parziale di 18-12, ribaltano la sfida nel quarto periodo e vanno sul 98-93. I 4 minuti e mezzo finali vedono in risposta un altro parziale, stavolta dei Knicks, di 17-3. Barrett e Randle ne sono i fautori principali e, dopo la tripla di Sabonis, Ntilikina in lunetta chiude definitivamente i giochi.