Dopo un oggettivo esordio NBA difficile con la maglia dei Golden State Warriors, Nico Mannion sembra aver ritrovato lo splendore di un tempo, una volta spedito in G League ai Santa Cruz Warriors. Il playmaker azzurro, infatti, nelle nove partite con Santa Cruz sta viaggiando con una media di 19.3 punti, 6.9 assist e 3.3 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Non male per uno che in 6 presenze al piano superiore riusciva a rimanere in campo una media di 6 minuti per 1.5 punti. Il rookie si è quindi raccontato ai microfoni dei giornalisti per spiegare le sue personali sensazioni nella lega di sviluppo:
“Ora mi sento molto più a mio agio, mi sento di nuovo me stesso. Sto giocando molti minuti e questo era l’obiettivo per ritrovare fiducia in me stesso. Non che non l’avessi quando sono arrivato, ma adesso mi sento meglio in campo e credo si veda. Durante la quarantena ho lavorato su ogni aspetto del mio gioco ma posso crescere ancora. Devo migliorare le mie scelte in attacco, capire quando non devo tirare per migliorare le percentuali. Il lavoro durante il lockdown mi ha aiutato ad abituarmi alla distanza NBA, mi sono allenato sul mio range di tiro”.
Giocare a Santa Cruz non è una bocciatura da parte di coach Steve Kerr. Nico lo sa bene, svelando di essere costantemente monitorato dal coaching staff di Golden State:
“Coach Kerr mi ha mandato dei messaggi dicendo che gli piace il mio gioco, per incoraggiarmi. Anche altri lo hanno fatto, come Shaun Livingston che mi ha scritto un paio di volte. Mi hanno supportato alla grande. La squadra di Santa Cruz? Dobbiamo continuare a costruire e migliorare, e vogliamo farlo vincendo. Non è obbligatorio perdere per imparare una lezione, puoi vincere e andare comunque a rivedere i video per capire le situazioni da migliorare. Questo migliora una squadra, e noi lo stiamo facendo”.
Per tornare in NBA, con più consapevolezza, c’è tempo.
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