Blake Griffin, nella notte, ha partecipato alla sua prima sessione media da giocatore dei Brooklyn Nets. La nuova stella dei newyorchesi, ovviamente, è tornato sulle ragioni della sua firma con la squadra allenata da Steve Nash. Ecco le parole dell’ex lungo dei Detroit Pistons:
“Ci sono molte ragioni per cui ho scelto Brooklyn. Prima di tutto loro hanno espresso un forte interesse in me. L’interesse era reciproco. Mi sento come se avessero avuto bisogno di un altro giocatore di livello, un altro giocatore per facilitare il loro gioco e – in qualche modo – coprire qualche lacuna che avevano nel roster. Io gioco a basket per poter competere ad alti livelli, giocare ai Playoff e poter lottare per la conquista del titolo. La mia motivazione è questa.”
Poi, sulle numerose voci di una sua fragilità fisica, Blake ha risposto in questa maniera:
“Se sto bene? Non sono infortunato, per niente. Chiaro, non gioco da tre settimane quindi penso che sia intelligente farmi entrare in questa realtà lentamente. Ma non ho infortuni… non ho ancora incontrato i preparatori atletici. Parlerò con loro e stileremo un piano per il mio inserimento in squadra. Credo in loro e capiremo quando potrò debuttare con la squadra.”
A Brooklyn, come abbiamo già ricordato diverse volte, Griffin incontrerà nuovamente DeAndre Jordan, suo compagno di squadra in quei Los Angeles Clippers che hanno tentato più volte l’approdo alle Finals con Chris Paul:
“Ogni anno, gli anni precedenti a Detroit, il nostro obiettivo era quello di arrivare ai Playoff. Il mio obiettivo principale, ora che sono qui, è lottare per il titolo. La mia mentalità non cambia. Cerco sempre di vincere una partita di basket quando scendo in campo, ma voglio avere minuti importanti, in situazioni altrettanto importanti. Questo conta davvero per me. Voglio portare un contributo alla causa.”
“A Detroit ero da solo? Non sto dicendo che dovevo sostenere l’intero carico offensivo con alcune squadre, ma avevo sicuramente più responsabilità all’interno dei Pistons con una squadra più giovane, in un ruolo più di mentore. Ora, invece, mi sembra di essere tornato a giocare come nei Clippers in cui avevamo diversi veterani in squadra. È una sensazione che ho avuto anche in allenamento ieri sera. Sappiamo qual è l’obiettivo ed è una cosa che mi carica.”
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