Klay Thompson si è concesso ai media prima della partita vinta dagli Warriors contro gli Utah Jazz. Un Thompson apparso determinato a tornare ai suoi standard pre-infortunio, nulla di meno. Senza per questo affrettare i tempi.
Di seguito le sue dichiarazioni alla stampa:
“Sono onesto ragazzi, non mi aspetto di tornare in campo come un fulmine, senza controllo, giocando 38 minuti a sera, in difesa contro i migliori giocatori avversari e inseguendo su centinaia di blocchi. Arriverò a quel punto, ve lo garantisco. […] Per cominciare la stagione si potrebbe partire da una restrizione a 18-20 minuti. Vedremo a che punto sarò, di solito il recupero da un infortunio al tendine d’Achille richiede 12 mesi, il che significa che arriveremo a metà novembre. Cerco di pensare al quotidiano, giorno dopo giorno, ma punto a tornare il giocatore All-NBA che ero. Non mi accontenterò di nulla di meno, sono troppo competitivo per accettare un ruolo da comprimario, non sono fatto così. Troppo fiero per scendere in campo e darvi solo 13 punti in 20 minuti. Non vedo l’ora, ho molta energia repressa da sfogare e voglio solo giocare a pallacanestro. Quando succederà sarà una gioia non solo per me, ma per tutti […]”
RIPARTIRE
Klay Thompson interpreta il pensiero comune e ha tutta l’intenzione di lasciarsi alle spalle un 2020 da dimenticare al più presto:
“Mi sono sentito solo, come tutti. Si dava per scontata la routine quotidiana prima della pandemia […]. Il 2020 è stato un anno da resa dei conti, non solo per la pandemia. Lo è stato per la giustizia sociale, abbiamo perso tante persone innocenti per violenze inaudite. Ci hanno lasciato Kobe e Gigi, ai quali penso ogni giorno e poi, in autunno, mi sono infortunato. Probabilmente il peggior anno della mia vita, ho perso mia nonna Mary. È bello, dopo tutte queste circostanze negative, tornare qui, percepisco l’affetto quando entro nella nostra facility. Guardo con fiducia al futuro, questo è sicuro. Non vedo l’ora.”
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