Immaginate di essere all’NBA Draft 2009, avere tra i candidati un certo Stephen Curry, e vedere sei squadre prima di voi non sceglierlo. Rimarreste stupiti. Proprio come Don Nelson, head coach dei Golden State Warriors in quel periodo. Alla fine Curry lo scelse lui, con la settima scelta assoluta, dando il via a uno dei matrimoni più proficui della storia NBA.
Don Nelson ha raccontato le sensazioni di quella sera durante un’intervista con Nick Friedell di ESPN:
“Credo che ci fosse una possibilità su un milione che nessun altro si accorgesse del livello di abilità che avevamo di fronte. Mi sono dimenticato in che posizione l’abbiamo preso, la cinque? No, la settima. Oh mio Dio, sei scelte prima di lui? C’era una possibilità su un milione, perché ci sono state molte point guard scelte prima di lui. E’ stato incredibile. Immagino che la gente non lo vedesse come una point guard, ma io invece sì.”
L’ex coach dei Golden State Warriors (11 stagioni nella baia) ha poi continuato descrivendo l’impressione che gli fece Stephen Curry all’inizio:
“Ero meravigliato dalla sua abilità di tirare, di passare , di palleggiare. Ho solo pensato che fosse una stella. Non mi sarei mai sognato di riuscire a prenderlo. Minnesota ha scelto qualcosa come tre guardie prima di noi, incredibile. Nessuno di loro poteva tenergli testa.”
Stephen Curry è stato scelto dopo Blake Griffin (Clippers), Hasheem Thabeet (Grizzlies), James Harden (Thunder), Tyreke Evans (Kings), Ricky Rubio (T’Wolves) e Jonny Flynn (T’Wolves). Alcuni di loro, come Harden e Griffin, hanno avuto una brillante carriera, diventando degli All-Star e, nel caso del Barba, addirittura MVP. Rubio continua a portare avanti una buona carriera in NBA, mentre gli altri sono scomparsi dai radar. Curry è, al momento, il giocatore più vincente di questa classe.
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