(21-32) Toronto Raptors 135-115 Cleveland Cavaliers (19-33)
Sta nascendo una nuova stella a Toronto: è quella di Gary Trent Jr. Dopo il buzzer beater dell’altra notte, l’ex Blazers si ripete, stavolta con una prestazione clamorosa. 44 punti, career high, con uno straordinario 17 su 19 al tiro.
Sfruttando l’eccezionale partita del proprio giocatore, i Raptors vincono la partita senza alcun problema, ritoccando anche qualche record di franchigia. Ne sono un esempio gli 87 punti segnati nella prima metà di gara. Gli ospiti segnano rispettivamente 47 e 40 punti nei primi due quarti, vincendo praticamente la partita con larghissimo anticipo.
Cleveland può poco e nulla contro una prestazione avversaria tanto efficace. La nota che rende ancora più speciale la vittoria è l’assenza di Siakam, VanVleet e Lowry, che insieme fanno 59 punti di media totali: bravi Raptors.
(36-17) Philadelphia 76ers 117-93 Oklahoma City Thunder (20-33)
Ci sono nuovamente due squadre appaiate lassù, al comando della Eastern Conference. Grazie alla larga vittoria sugli Oklahoma City Thunder, i Sixers riacciuffano i Brooklyn Nets al comando della classifica. Gran parte del merito della W di questa notte va, ancora una volta, a Joel Embiid.
Dopo la brutta nottata al tiro contro New Orleans, il camerunense ritorna sui suoi abituali standard da MVP segnando 27 punti con 9 rimbalzi raccolti. Embiid parte un po’ in sordina anche stanotte, con solo un tiro dei primi 4 tentati mandato a segno, ma si riprende decisamente sul lungo periodo, con 21 punti nella prima metà di gara.
Nonostante solo 5 triple su 21 tentate a segno, Phila può così mantenere comunque una salda leadership, che la vede comandare 90-76 prima del quarto periodo, dove amministra senza problemi.
(22-31) Sacramento Kings 112-128 Utah Jazz (40-13)
Non una partita facile per Utah, ma comunque un’altra vittoria (ed estremamente convincente per com’è arrivata). I Jazz si riprendono da una prima metà di gara parecchio complicata per avere la meglio su dei combattivi Kings, trascinati dai soliti Fox e Holmes. 17 cambi di leadership in tutta la partita, segno di una sfida molto combattuta. Per Utah, le cose sono state difficili soprattutto all’inizio.
La partita ha il suo momento clou nel quarto periodo, quando si scalda definitivamente. Dopo un terzo quarto in cui ha recuperato lo svantaggio, Utah tenta l’assalto finale. Ingles, particolarmente attivo vocalmente contro gli avversari, aiuta tantissimo la squadra, segnando 3 triple nel parziale di 24-5 che ribalta il punteggio e mette davanti i Jazz sul 98-89 a inizio quarto quarto. Ma Sacramento non molla.
Per vincere definitivamente serve anche il miglior Donovan Mitchell. Praticamente imprendibile ad ogni penetrazione, Mitchell punisce a ripetizione la difesa avversaria, guadagnandosi anche tanti tiri liberi: alla fine i punti sono 42, per una striscia di 41, 37 e appunto 42 che non si vedeva dai tempi di Karl Malone. Utah è a 24 vittorie casalinghe consecutive.
(16-37) Detroit Pistons 103-118 Portland Trail Blazers (31-21)
No Nurkic? No problem. Deve aver pensato questo Enes Kanter, quando gli è stato detto di partire in quintetto al posto dell’infortunato centro titolare. Il turco ha risposto con una prestazione mostruosa: 24 punti e ben 30 rimbalzi raccolti, record di franchigia per un giocatore di Portland che durava dal lontano 1975. Al tempo fu Sidney Wicks a prenderne 27.
I Pistons, dal canto loro già nettamente inferiori, possono pochissimo viste anche le assenze di due titolari come Ellington e Plumlee. Kanter banchetta sulla difesa avversaria e, ad ogni rimbalzo che accresce il suo record, vede la panchina alzarsi e festeggiare.
Portland, sfruttando l’ingombrante presenza del proprio centro, va sul +16, 43-27, già nel secondo quarto. Detroit prova a rispondere con un parziale di 14-2, ritornando a -4 a metà gara. I Blazers ritornano in campo ancora on fire, segnano 36 punti e si rimettono davanti 74-59, prima di andare anche sul +21 nel quarto quarto.