(39-19) Brooklyn Nets 134 – 129 New Orleans Pelicans (25-33)
Priva di Durant e Harden, alle prese con l’ennesima ricaduta, allo Smoothie King Center di New Orleans è più dura del previsto per la rimaneggiatissima formazione di Steve Nash, che al netto delle difficoltà riesce comunque a cogliere un buon successo esterno grazie ai 32 punti e 8 assist firmati Kyrie Irving.
Quarta sconfitta di fila, invece, per i Pelicans, che dopo aver condotto seppur di misura nella prima parte del match – all’intervallo il tabellone era fermo sul 57-59 – nel lungo periodo si vedono costretti a concedere un po’ di margine ai più quotati avversari, che ringraziano la stella di Irving e la verve di Joe Harris – 24 punti per lui a fine gara – per il decisivo parziale di 16-2 che nel corso del terzo periodo consente agli ospiti di guardare dall’alto in basso gli avversari.
Debutto amaro, dunque, per le nuove Jordan di Zion Williamson, che a 4,8 secondi dalla fine si fa soffiare il pallone da Irving gettando dunque alle ortiche la chance di pareggiare i conti con la tripla della disperazione.
Ad ogni modo, le cifre restano tutto sommato più che onorevoli: 33 punti e 7 rimbalzi per Zion, con Brandon Ingram che a sua volta ne mette 27.
(41-19) Los Angeles Clippers 113 – 112 Portland Trail Blazers (32-23)
Nel combattutissimo match del Moda Center di Portland, è il ritrovato Paul George da Palmdale la chiave del risicato successo esterno dei ragazzi di Tyronn Lue su dei padroni di casa orfani del talento di Damian Lillard.
Per l’occasione, a guidare i Blazers ci pensa il solito CJ McCollum, che mette a referto 28 punti, 5 assist e altrettanti rimbalzi che contribuiscono a tenere vive le speranze di vittoria dei suoi, ma proprio sul più bello sciupa la tripla dell’allungo e, nel possesso successivo, il buzzer beater finale che avrebbe potuto invertire le sorti dell’incontro dopo che Paul George aveva convertito i due liberi del sorpasso a 4,8 secondi dalla fine.
Nulla da fare dunque per Portland nonostante l’assenza di Kawhi Leonard e i 23 punti di un Norman Powell sempre più a suo agio nelle vesti di terzo violino dell’Oregon.