Shaquille O’Neal, recentemente intervenuto nel podcast All The Smoke, ha svelato a Stephen Jackson e Matt Barnes, conduttori del programma, alcuni dettagli relativi al suo approdo ai Miami Heat. “The Big Aristotle” si è soffermato in particolare sul primo confronto con Dwyane Wade, ben conscio dei dissidi occorsi ad LA tra Shaq e le altre stelle e visibilmente timoroso in vista della futura convivenza:
“D-Wade sembrava reticente al mio arrivo. L’accoglienza non è stata esageratemente calorosa, anche perché le sue parole palesavano un certo timore. Sono certo che ricordasse bene quanto accaduto con Kobe, Malone e Payton nel corso della stagione precedente ed aveva paura che affossassi egoisticamente il suo status di stella nascente. A me importava solo vincere un altro titolo, senza creare scompensi all’interno del roster. Presi Wade da una parte e gli assicurai che non sarei stato un intralcio. La squadra dipendeva dal suo talento ed io, dopo una dozzina d’anni nella lega, non avevo più pretese nocive per il collettivo. Gli dissi che avrei fatto volentieri da scudiero ad un giocatore che, da rookie, aveva ridicolizzato Baron Davis in una serie Playoff.”
Prosegue Shaq:
”Dwyane ha sentito tante cattiverie su di me in quei mesi, ma io mi sono sempre accertato che prendesse tutti i tiri con serenità, senza pensare di dover accontentare qualcuno. Quando gli confidai, scherzando, che mi sarebbe bastata una media di 20 punti e 10 rimbalzi a partita, mi rispose che avrei potuto giocare come bersaglio per le difese, lasciando liberi i compagni. Grazie a questo spirito, vincemmo il titolo del 2006. Come mai sono finito a Phoenix in seguito? Non ne ho idea, ma credo che l’ego abbia preso il sopravvento nuovamente, peraltro con la persona sbagliata: Pat Riley.”
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