Non ci sono ulteriori parole in vocabolario per descrivere il clamoroso finale di stagione che sta registrando Stephen Curry. Nella notte il nativo di Akron si è permesso di andare a referto con 49 punti in tre quarti – con 11 triple messe a segno – nella larga vittoria dei suoi Golden State Warriors contro Oklahoma. L’ennesima prestazione senza senso di un giocatore che sta riscrivendo la storia di questo gioco. Tutto questo per la consapevolezza di coach Steve Kerr, il quale ha il privilegio di poter assistere da vicino alle magie dello stesso Curry:
“Merita certamente l’MVP. Potrei guardare questo spettacolo ogni singola sera. Ho così tanta ammirazione per ciò che Steph fa ogni singola notte. Non solo sul parquet, ma anche per il modo in cui si comporta per tutti i suoi compagni di squadra. È un esempio. È sicuramente il mio MVP, vedremo cosa succederà.”
Per tutta la stagione, Kerr ha messo in evidenza il livello di gioco di Curry, dicendo che è alla pari o migliore rispetto alle sue stagioni da MVP nel 2014-15 e 2015-16. L’allenatore degli Warriors pensa che la ridicola produzione di Curry da aprile ad oggi, dovrebbe inserirlo di diritto nella discussione con gli altri migliori candidati MVP della lega. Da quando è tornato dall’infortunio al coccige, e nelle ultime 19 partite, Curry ha registrato una media di 37.5 punti con 6.9 triple messe a segno ogni notte.
“Penso che queste ultime settimane debbano avergli permesso di aver scavalcato qualche posizione. Ma vedremo se sarà riuscito a salire al primo posto oppure no. Sarebbe bello vederlo trionfare.”
Il problema per Curry è che gli Warriors sono, sì, 12-7 in questo periodo, ma solo 35-33 nel complesso. Storicamente, l’MVP viene assegnato ad un giocatore che ha trascinato la squadra anche ad un record eccellente, ecco perché Nikola Jokic è il favorito per il premio di quest’anno: il centro ha una media di 26.4 punti, 10.9 rimbalzi e 8.5 assist a partita per il 44-24 dei Denver Nuggets.
Per ora, Curry potrebbe dover accontentarsi di essere il miglior marcatore della stagione NBA 2020-21, poiché ha risposto con 49 punti messi a segno contro OKC, ai 50 di Beal di qualche ora prima.
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