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NBA, Playoff preview: Milwaukee Bucks vs Miami Heat

Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Un po’ per chiudere nel migliore dei modi una regular season che, record alla mano, ha fatto registrare un sensibile downgrade rispetto agli exploit degli ultimi due anni, un po’ per scongiurare gli spettri di qualche mese fa, i Bucks di Mike Budenholzer hanno tentato fino all’ultimo di agguantare il seed numero 2 a Est, che alla fine Brooklyn è riuscita a tenersi stretta difendendolo dai due volte campioni in carica della Eastern Conference.

Ancora una volta, dunque, il destino ha voluto che Milwaukee e Miami incrociassero di nuovo il rispettivo cammino in postseason, peraltro con un turno di anticipo rispetto alle semifinali dello scorso anno. Sono già passati nove mesi da quella volta, ma state pur certi che in Wisconsin quella serie di Playoff se la ricordano ancora molto bene: dopo aver archiviato la pratica Magic, infatti, Giannis Antetokounmpo e compagni dovettero vedersela con i ragazzi di Erik Spoelstra, che a dispetto di ogni pronostico regolarono con un secco 4-1 i Bucks staccando il pass per delle meritatissime Finali di Conference.

A quasi un anno di distanza, Milwaukee ha arricchito la sua già assortita faretra con qualche freccia in più per meditare al meglio la rivincita, nonostante una regular season dall’andamento incerto e non sempre convincente che ha costretto i cervi a lasciare – almeno provvisoriamente – lo scettro dell’Est ai Sixers di Doc Rivers. A proposito di colleghi, i Playoff di quest’anno rischiano di essere l’ultima spiaggia per Mike Budenholzer, che in questi anni ha allestito delle macchine apparentemente perfette per poi vederle sbandare e finire fuori strada sulla via delle Finals. Riusciranno i nostri eroi a infrangere il tabù dei Playoff o assisteremo all’ennesima disfatta targata Bucks a un passo dal traguardo?

Per rispondere a questa domanda, molto dipenderà dallo stato di forma dei campioni dell’est in carica. Se i Bucks hanno mostrato qualche falla di troppo nel corso delle 72 partite giocate fin qui, un discorso simile va fatto anche a proposito della truppa di coach Spoelstra, che dopo la sconfitta rimediata alle scorse Finals ha fatto più fatica del previsto nel confermarsi sugli ottimi livelli dell’anno passato. Due serie da cinque sconfitte di fila inanellate in stagione sono un campanello d’allarme da non sottovalutare per una squadra che, al di là dei problemi di natura fisica, ha vissuto un’annata a tinte fosche e che ora è chiamata a ripetersi contro la corazzata di Giannis e compagni.

In questo senso, l’infortunio occorso allo sfortunatissimo Victor Oladipo, arrivato dalle rovine di Houston per tentare una nuova scalata ad est, è un boccone decisamente amaro da mandare giù, ma in fin dei conti il core di Miami è sostanzialmente lo stesso che lo scorso anno sfiorò l’impresa contro i Lakers di James e Davis. Miami resta una squadra ben allenata e organizzata, pronta a giocarsi tutte le sue carte per farsi largo tra la fisicità e la voglia di rivalsa dei Bucks. «Non temiamo nessuno» dichiarava Butler prima dell’ultimo incontro con i Bucks: fiducia ragionata o folle incoscienza?

Precedenti stagionali

Tre gare disputate in regular season rappresentano un campione che rischia di non dire poi molto sullo scontro in programma tra poche ore, soprattutto per le circostanze in cui sono andate in scena, ma cercheremo comunque di trarre qualche spunto.

I primi due incontri stagionali, infatti, risalgono al 30 e al 31 dicembre scorsi, quando i Bucks fecero un salto a South Beach per un back-to-back senza vincitori né vinti a cui, oltretutto, Jimmy Butler non prese parte. Erano le primissime battute di regular season e Miami giocò entrambe le partite senza il proprio leader tecnico ed emotivo, incassando un pesantissimo 144-97 nel corso di un dimenticabile primo match – con tanto di 25 punti in altrettanti minuti per Khris Middleton e un amplissimo garbage time – per poi rifarsi l’indomani con un 108-119 firmato dai 26 punti dalla panchina di Goran Dragic che contribuì a ripulire, almeno parzialmente, la brutta macchia della sera prima. Decisamente altri tempi: c’erano ancora Bradley e Olynyk, come anche Harkless e Leonard, che nel frattempo hanno tutti salutato la Florida.

L’ultimo precedente, invece, è di qualche giorno fa: 16 maggio 2021, con Miami già con il sesto posto praticamente in tasca e i Bucks che invece erano ancora in corsa per il secondo spot dell’est. Nonostante i 31 punti di un ottimo Kendrick Nunn, a spuntarla è ancora una volta Milwaukee, che grazie a una prova corale offerta dai vari Middleton – 21 punti – Holiday – 20 – e Lopez – 18 – riesce ad avere la meglio tra le mura amiche del Fiserv Forum e a conquistare la miniserie di regular season, tenendo vive – seppur ancora per poco – le speranze di seed #2.

Chiavi tattiche/Giocatori da seguire

Quando di mezzo c’è Giannis Antetokounmpo, la domanda sorge spontanea: a chi spetterà l’ingrato compito di occuparsi del due volte MVP? Se l’interrogativo in questione è in grado di mandare in crisi buona parte degli staff tecnici della lega, Miami può quantomeno tirare un piccolo sorriso di sollievo. La serie dello scorso anno, infatti, ha dimostrato come Bam Adebayo abbia tutte le carte in regola per tenere a bada lo strapotere fisico di Giannis, che nelle semifinali del 2020 mise a referto una media di 21.8 punti, 11 rimbalzi e 5.3 assist. Cifre di tutto rispetto, ci mancherebbe, ma comunque sensibilmente ritoccate al ribasso rispetto ai roboanti 30.6 punti, 16 rimbalzi e sei assist di media fatti registrare nella precedente serie contro Orlando, nel corso della quale il greco non ebbe troppi problemi a banchettare sui malcapitati Vucevic e compagni.

Una palla apparentemente persa convertita in due punti facili, con buona pace dei quattro difensori di Miami: spiega il prof Antetokounmpo.

Con il talento e la ben nota forza fisica di cui dispone, il 34 di Milwaukee è in grado di fare sostanzialmente ciò che vuole nei pressi del pitturato, con una serie di tiratori appostati sul perimetro e pronti a ricevere gli scarichi di Giannis. O almeno così era lo scorso anno, con Giannis a battagliare sotto le plance e i vari Middleton, Bledsoe e compagnia cantante pronti a ricevere. Per dare manforte alla loro stella, quest’anno coach Budenholzer ha cercato di redistribuire al meglio le spaziature offensive dei suoi, affiancando spesso e volentieri un’altra presenza di spessore – Brook Lopez o chi per lui – a Giannis per dargli manforte nei pressi del ferro e offrirgli, qualora le cose si fossero messe male, un appoggio più semplice su cui fare affidamento. Peraltro, da questo punto di vista i risultati non hanno tardato ad arrivare, con Milwaukee che dallo scorso 2 marzo ad oggi ha sempre scollinato quota 100 punti.

Bisognerà però vedere come questo nuovo corso dei Bucks si combinerà con la difesa vincente adottata da Miami lo scorso anno, che per limitare il greco piazzava sistematicamente anche tre o quattro uomini tra lui e il canestro per sfidarlo a tentare il jumper dalla media o la tripla, un fondamentale mai particolarmente apprezzato da Giannis, che quest’anno ha anche perfino ridotto il numero di tentativi passando dai 4,7 del 2019/2020 ai 3,6 di oggi. Un muro umano, quello eretto da Spoelstra, che lo scorso anno ha decisamente pagato – al di fuori della restricted area, in tutta la serie Antetokounmpo ha tirato con un 7-29 dal campo, un misero 24.1% – e che, rimpolpato anche dal “fuoco amico”, rischia di nuovo di rivelarsi fatale per il gioco dei Bucks, o che, al contrario, potrebbe conferire un po’ di imprevedibilità in più all’attacco di Milwaukee. In questo senso, le prime gare della serie dovrebbero darci qualche indicazione utile in più.

Quel che è certo è che il solo Adebayo non può risolvere tutti i problemi degli Heat: dovendosi occupare in prima persona di Giannis, la grande versatilità sugli switch – una delle sue principali doti sul parquet – verrebbe inevitabilmente meno, a meno di voler concedere invitanti mismatch alla stella dei Bucks. In quest’ottica, lo scorso anno Jae Crowder aveva saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel trionfo difensivo di Miami dello scorso anno: ora che sono i Suns a poter contare sui suoi servigi, riuscirà il pur esperto Ariza a non farli rimpiangere?

D’altra parte, quello dei Bucks è pur sempre il quinto miglior attacco della lega – con 116.7 punti segnati su 100 possessi – e ha dalla sua il secondo miglior Pace dell’intera NBA – 102,8 -, una caratteristica che invece non sembra essere nelle corde di Miami. Spoelstra e i suoi ragazzi attaccano infatti a un ritmo decisamente più compassato – 97.1 possessi su 48 minuti, solo i Knicks fanno di peggio – ma dal canto loro c’è da dire che se la cavano piuttosto bene nel contenere le transizioni avversarie, specialità in cui Milwaukee eccelle, avendolo peraltro dimostrato anche nei precedenti stagionali contro gli Heat. Se Giannis e soci riusciranno ancora a forzare il posto di blocco e movimentare il ritmo del match in loro favore, vorrà dire che la strada per la vendetta sarà ben tracciata.

Difesa aggressiva e contropiede fulmineo: se l’azione ristagnerà troppo, questo è il rischio che gli Heat finiranno inevitabilmente per correre.

Naturalmente, molto dipenderà anche dalle percentuali con cui le due squadre centreranno il canestro, che in fin dei conti sarebbe anche lo scopo del gioco. Con Miami pronta ad alzare il muro sotto il ferro – come già fatto in stagione e dimostrato dai soli 41.3 punti concessi nel pitturato, miglior dato della lega –, per scardinare i meccanismi difensivi di Spoelstra servirà affidarsi anche al tiro da fuori. È anche per questo motivo che l’ondivago Bledsoe ha lasciato il posto al ben più solido Jrue Holiday, che oltre ad offrire una seconda fonte di gioco va a comporre con gli altri esterni dei Bucks una batteria di tiratori di tutto rispetto.

Preoccuparsi di Giannis o tenere d’occhio gli esterni? Un bel dilemma in casa Heat, che comunque hanno a roster dei difensori rodati del calibro di Butler e, dall’altra parte, dei cecchini come Herro e Robinson, che qualora dovessero ritrovare lo smalto dei vecchi tempi creerebbero dei bei grattacapi a coach Budenholzer. Proprio come lo scorso anno, infatti, i Bucks concedono ancora una marea di triple – 38.6 in media – venendo puniti nel 38.4% dei casi.

Il timing perfetto di Adebayo nello scarico e nel blocco immediatamente successivo mandano fuori giri la difesa di Milwaukee: Robinson ringrazia e piazza la specialità della casa.

Restando dalle parti di South Beach, gran parte del futuro degli Heat passa inevitabilmente dalle mani di Jimmy Butler. Lo scorso anno, nella serie contro i Bucks, l’ex Sixers fece registrare il 53% dal campo con 23,4 punti di media e anche quest’anno, reduce da una regular season di buon livello, dovrà necessariamente offrire il suo contributo alla causa di Miami per dare filo da torcere alla corazzata Bucks, che non avrà più il primo posto a est ma resta pur sempre un’avversaria più che temibile da affrontare già al primo turno.

Una corazzata, quella di Budenholzer, che per evitare di commettere gli errori del passato ha cercato di colmare le proprie lacune aggiungendo pezzi pregiati al proprio arsenale. Volendo guardare altrove rispetto ai soliti Giannis e Middleton, preferiamo puntare i riflettori su P.J. Tucker, il cui arrivo a Milwaukee garantisce quella versatilità in difesa che Brook Lopez non era in grado di offrire. L’apporto del gemello resta fondamentale, anche perché sono soltanto 56 i minuti giocati fin qui dall’ex Rockets al fianco di Antetokounmpo in quintetti senza lunghi di ruolo, ma la lunga militanza da role player e glue guy nella lega e il suo apporto nella metà campo difensiva saranno cruciali per sperare di ribaltare il duro verdetto emesso la scorsa estate.

Pronostico

Questo primo turno di Playoff si prospetta un durissimo banco di prova per entrambe le pretendenti. Miami è chiamata a confermare quanto di buono fatto vedere lo scorso anno, mentre Milwaukee deve sfatare l’ormai annoso mito della contender che si scioglie come neve al sole alle prime difficoltà.

Al di là dei numeri, che sembrano indicare una decisa flessione rispetto ai bei tempi andati, gli Heat restano infatti un avversario decisamente ostico. Non è certo semplice scommettere contro i campioni in carica ad est, ma è pur vero che contro le squadre con un record positivo Butler e compagni vantano un record di 12 vittorie e 21 sconfitte in stagione.

Un dato incoraggiante per Milwaukee, che comunque dovrà tirare fuori una volta per tutte l’orgoglio sopito per proseguire sulla sempre impervia via dell’anello. È probabile che alla fine andrà così, con Miami che potrebbe tirar fuori la bandiera bianca dopo sei partite. Nessuno, però, ci vieta di sognare e di azzardare una Gara-7, l’antipasto ideale per questi Playoff ormai ai blocchi di partenza.

Milwaukee Bucks (2) vs. Miami Heat (7): gli orari italiani della serie

  • Gara 1: sabato 22 maggio alle 20:oo | Miami @ Milwaukee
  • Gara 2: nella notte tra lunedì e martedì 25 maggio all’1:30 | Miami @ Milwaukee
  • Gara 3: nella notte tra giovedì e venerdì 28 maggio all’1:30 | Milwaukee @ Miami
  • Gara 4: sabato 29 maggio alle 19:30 | Milwaukee @ Miami
  • Gara 5: martedì 1 giugno, orario da definire | Miami @ Milwaukee (se necessario)
  • Gara 6: giovedì 3 giugno, orario da definire | Milwaukee @ Miami (se necessario)
  • Gara 7: sabato 5 giugno, orario da definire | Miami @ Milwaukee (se necessario)

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Pubblicato da
Federico Ameli

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