Phoenix Suns

NBA, Playoff preview: Phoenix Suns vs Los Angeles Lakers

A undici anni di distanza dall’ultima volta, Phoenix torna a respirare l’atmosfera dei Playoff dopo un’esaltante regular season che, se non fosse stato per i sempre più solidi Jazz di Quin Snyder, avrebbe rischiato di vedere Chris Paul e compagni chiudere in bellezza in testa alla Western Conference.

Un risultato che davvero in pochi – per non dire nessuno – avrebbero pronosticato a inizio stagione. Eppure qualche indizio sul cambio di rotta i Suns l’avevano già sparso qua e là nella bolla di Orlando, con un perentorio 8-0 che per molti, in un campionato sui generis per le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, aveva rappresentato poco più che un fuoco di paglia.

Impressione tremendamente errata, dato che nel giro di due anni coach Monty Williams è riuscito nel miracolo di trasformare il fanalino di coda della Western Conference in una credibile pretendente alle Finals, passando dal 19-63 di due stagioni fa alle 51 vittorie di quest’anno su 72 gare giocate.

Una bella favola quella dei Suns, che rischia però di finire rovinata sul più bello dall’ondivaga stagione dei Lakers, che anche per via dei problemi fisici accusati da LeBron James e Anthony Davis e dei continui alti e bassi si sono visti costretti a passare dal temutissimo play-in per staccare il pass per la postseason.

Con l’esame di riparazione andato a buon fine grazie alla tripla di James, con buona pace dei Warriors di Steph Curry, i campioni in carica si presentano per il rotto della cuffia ai nastri di partenza di questi Playoff nelle tipiche vesti della scheggia impazzita in grado di far saltare il banco e le gerarchie costituite: non c’è record che tenga, infatti, contro l’evidenza che questi Lakers – infermeria a parte – valgano più del settimo seed a ovest.

Il caso ha voluto che proprio nell’anno del ritorno dopo oltre un decennio di assenza forzata, nella tacita ma sentita gara a schivare la mina vagante siano stati i Suns ad avere la peggio e a ritrovarsi contro un cliente decisamente scomodo. Ad ogni modo, in Arizona non si gioca ormai da una settimana e Chris Paul e compagni si sono goduti tutti insieme lo spettacolo del play-in direttamente dal divano: basterà un po’ di relax fisico e mentale, abbinato alla carica degli 11.000 tifosi di Phoenix, per uscire indenni da una delle serie più imprevedibili di questo primo turno?

Precedenti stagionali

Per provare a farci una prima idea di ciò che ci attende possiamo dare un’occhiata ai tre scontri andati in scena nel corso di una regular season che, in casa Lakers, è stata inevitabilmente condizionata dagli acciacchi fisici del duo James-Davis. In questo senso, la serie stagionale contro Phoenix rappresenta un piccolo esempio di come Frank Vogel sia stato costretto a ripensare la sua squadra per far fronte alle difficoltà e restare agganciato al treno Playoff, con LeBron e Davis mai contemporaneamente in campo con i Suns di mezzo.

L’unica comparsata di King James contro la squadra di coach Williams risale infatti allo scorso 3 marzo, quando nonostante l’espulsione di Devin Booker nel corso del terzo quarto e i 38 punti di LBJ Phoenix riuscì comunque a spuntarla grazie all’ottima quarta frazione giocata da un insospettabile Dario Saric.

Stesso copione anche in occasione del secondo incontro stagionale del 22 marzo, questa volta in Arizona, dove dei Lakers orfani di AD e LeBron – infortunatosi appena qualche giorno prima contro gli Hawks – lasciarono la vittoria ai ragazzi di coach Williams, bravi a colpire con 26 punti a testa di Ayton e Booker.

L’ultimo precedente, un po’ meno datato rispetto agli altri, risale invece al 10 maggio scorso, quando i 42 punti di Anthony Davis spianarono la strada ai Lakers consentendo loro di evitare lo sweep nella miniserie di regular season contro CP3 e compagni, in un 123-110 che tenne a galla – ancora per poco – le speranze dei losangelini di scongiurare il play-in e di accedere direttamente ai Playoff con il sesto seed, gelosamente custodito da Portland.

Chiavi tattiche/Giocatori da seguire

Se è vero che è la fase difensiva a far vincere i campionati, entrambe le squadre possono dormire dei sonni relativamente tranquilli: nonostante tutte le difficoltà del caso, con 106.8 punti concessi su 100 possessi, quella dei Lakers è stata la miglior metà campo difensiva della lega – prima volta nella storia per una squadra di LeBron James – seguita a poca distanza da quella dei Suns, che a sua volta vanta il sesto Defensive Rating stagionale (110.4).

Sebbene entrambe se la cavino piuttosto bene con il pallone in mano agli avversari, dati alla mano Los Angeles sembra avere dalla sua qualche altro dato incoraggiante. Sulla carta, infatti, l’accoppiamento con i Suns, che hanno nel backcourt Paul-Booker il loro fiore all’occhiello, potrebbe non essere un così grosso problema, visto che la squadra di coach Vogel vanta la seconda miglior percentuale stagionale sulle triple concesse agli avversari (35.2%). C’è da dire che, con il loro 35,4%, i Suns non ci vanno poi così lontani ma, a differenza dei Lakers, i giovanotti di Monty Williams non è sugli esterni che dovranno principalmente concentrare i loro sforzi.

L’importanza di Davis nel gioco dei Lakers: basta un semplice controllo in post basso per mandare in allerta la difesa dei Suns, che perde di vista le marcature concedendo una tripla facile facile a Caldwell-Pope.

Riallacciandoci a quanto detto in occasione dell’ultimo precedente stagionale, infatti, è evidente che i 42 punti segnati con relativa serenità da Anthony Davis – solo Giannis Antetokounmpo ha saputo fare di meglio in stagione contro Phoenix – siano un fattore da tenere necessariamente d’occhio in casa Suns. A meno di forfait dell’ultima ora, il quintetto titolare dei Lakers vanta una fisicità che Phoenix non può in alcun modo mettere in campo, dovendo di conseguenza fare di necessità virtù. In questo senso, già lo scorso anno in quel di Miami Jae Crowder ha dimostrato di poter fare un buon lavoro nel contenere avversari di ben altro tonnellaggio – vedi la serie contro Milwaukee e Antetokounmpo -, ma dovendo dividersi tra James e Davis è evidente che uno dei due rischia di beneficiare di una marcatura meno asfissiante del previsto. Certo, le lunghe leve di Mikal Bridges possono dare una mano nel confronto con LeBron e la fisicità di Ayton contribuirà a limitare i danni sotto le plance, ma è chiaro che i Lakers, che a roster avrebbero anche lunghi del calibro di Drummond, Harrell e Gasol (per quanto sparito dai radar), cercheranno di sfruttare al massimo i tanti mismatch a cui Phoenix, in ogni caso, non potrà fare a meno di esporsi.

Lo strapotere fisico di Davis e Drummond sotto le plance rappresenterà un fattore determinante nel corso dell’intera serie: se i centimetri sono l’unica cosa che non si può insegnare nel basket, sarà difficile inventarsi qualcosa per contrastarne l’impatto sulle due metà campo.

Protagonisti annunciati a parte, l’andamento della serie dipenderà anche dal contributo che i relativi supporting cast sapranno offrire. In quest’ottica, nonostante un attacco piuttosto sterile per larghi tratti della stagione – come dimostrato dai soli 109,8 punti segnati su 100 possessi, settimo peggior dato della lega, i campioni in carica sembrano poter offrire più garanzie rispetto ai ben meno rodati Suns, che al di là di Chris Paul e dello stesso Crowder – che ha dalla sua 72 presenze ai Playoff – non hanno quasi mai messo piede in postseason: per Booker, Ayton e Bridges, tre titolarissimi, si tratterà addirittura dell’esordio assoluto.

Tuttavia, anche in Arizona non manca qualche nota lieta: a dispetto di un ritmo ben lontano da quello dei tempi di coach D’Antoni – con un Pace che quest’anno è calato dal 101.7 dello scorso anno assestandosi su un mediocre 98 e solo sette squadre che hanno corso meno dei Suns in stagione -, Phoenix può comunque fare affidamento su un più che invidiabile rapporto assist/palle perse di 2.15, il secondo più alto da quando il dato in questione viene calcolato: merito del generale CP3, che da solo ha fatto registrare un eccezionale 3.99 in stagione e in carriera occupa il terzo gradino del podio dietro a Muggsy Bogues e John Paxson tra coloro che hanno disputato almeno 10.000 minuti negli ultimi 44 anni.

Con il pallone tra le mani, è comprensibilmente Chris Paul il pericolo numero uno per la difesa dei Lakers. In questa situazione di gioco, con i compagni che faticano a offrirgli uno scarico, CP3 non perde la lucidità e riesce comunque a trovare una via d’uscita.

Un dato particolarmente interessante, anche alla luce del fatto che James e compagni sono in grado di forzare 15.2palle perse su 100 possessi – solo tre squadre hanno fatto di meglio in stagione –, che nello spareggio di mercoledì contro i Warriors hanno rubato ben 20 palloni alla concorrenza e che lo scorso 10 maggio lo stesso CP3 ha concesso ben 5 recuperi ai gialloviola, una preoccupante rarità per la point guard per eccellenza.

Molto dipenderà, infine, da una questione che con la tattica c’entra ben poco, ma che inevitabilmente farà pendere l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte: la tenuta fisica di LeBron e Davis. Fin qui, le due stelle dei Lakers hanno saltato complessivamente la bellezza di 63 partite in stagione: un’enormità, considerate anche le difficoltà accusate dai californiani senza l’apporto dei loro leader.

È anche per questo motivo che, dovendo indicare il giocatore chiave dei Lakers, non possiamo non puntare il dito sul Prescelto di Akron. Con lui in campo, i Lakers hanno registrato 31 vittorie e 15 sconfitte, le stesse collezionate nelle sole 27 partite saltate da James a fronte di soli 12 successi: un dato che riflette in maniera incontrovertibile l’importanza dei 27.6 punti, 10.8rimbalzi e 8.8 assist messi mediamente a referto da un giocatore che – è bene ricordarlo – ha dato forfait in 26 delle ultime 30 gare di regular season.

Dall’altra parte, buona parte delle chance di approdare alle semifinali di Conference passano dalle mani di Chris Paul, che dall’alto dei suoi 109 gettoni di presenza ai Playoff dovrà necessariamente guidare i suoi in questo insidiosissimo primo turno.

Menzione d’onore per Kyle Kuzma, che con James e Davis nel mirino dei difensori avversari dovrà necessariamente alzare il tono delle sue giocate, a differenza di quanto il 29,2% da tre fatto registrare nei secondi tempi a fronte dell’ottimo 43.2% delle prime metà di gara in regular season sembri dimostrare fin qui.

Pronostico

Un duello decisamente avvincente quello che si prospetta all’orizzonte, probabilmente il più in bilico dell’intero primo turno. Nonostante una stagione a dir poco eccezionale, il rischio in casa Suns è che, con Davis e LeBron in campo, i ragazzi di coach Williams non abbiano potenza di fuoco a sufficienza su cui fare affidamento. La carenza di uno star power, unita alla mancanza di esperienza quando la palla potrebbe diventare più pesante (eccezion fatta per CP3 e Jae Crowder), sono forse le lacune più gravi di questa Phoenix. Come già anticipato, molto dipenderà dalle condizioni fisiche delle stelle dei Lakers, a cui va aggiunto il freschissimo caso LeBron, accusato dai vertici NBA di aver violato il protocollo Covid presenziando a un evento promozionale della sua etichetta di tequila a poche ore di distanza dal play-in contro Golden State.

Forfait dell’ultima ora a parte, è probabile che il destino delle due franchigie si decida solo in Gara 7, con l’esperienza dei losangelini che giocherà comunque un ruolo importante nel delineare le sorti delle due squadre: d’altra parte, ci vuole un bel coraggio a scommettere contro i campioni in carica e il miglior giocatore del pianeta.

Phoenix Suns (#2) vs Los Angeles Lakers (#7): gli orari italiani della serie

Gara 1: domenica 23 maggio, ore 21:30 | Los Angeles @ Phoenix

Gara 2: nella notte tra martedì e mercoledì 26 maggio, ore 04:00| Los Angeles @ Phoenix

Gara 3: nella notte tra giovedì e venerdì 28 maggio, ore 04:00 | Phoenix @ Los Angeles

Gara 4: domenica 30 maggio alle 21:30 | Phoenix @ Los Angeles

Gara 5: martedì 1 giugno, orario da definire | Los Angeles @ Phoenix (se necessario)

Gara 6: giovedì 3 giugno, orario da definire | Phoenix @ Los Angeles (se necessario)

Gara 7: sabato 5 giugno, orario da definire | Los Angeles @ Phoenix (se necessario)

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Pubblicato da
Federico Ameli

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