I Playoff stagione 2020/2021 sono cominciati da poco e le franchigie hanno accolto nuovamente a braccia aperte fiumi di tifosi. L’euforia è così tanto alle stelle che qualcuno ha bucato il filo che divide decenza e indecenza, rendendosi protagonista di eventi a dir poco raccapriccianti. Eventi per i quali sono scattati ban e che hanno indotto il commissioner Adam Silver a intervenire subito pubblicamente.
Tra sputi, insulti e lanci di popcorn si è scatenato un discreto putiferio. Un polverone che non è passato inosservato agli occhi di Tristan Thompson, il quale ha voluto mandare un messaggio forte e chiaro a tutti gli spettatori:
“Sfido chiunque a sputarmi addosso. Lo seguirò fino a casa sua.”
Il centro si è soffermato anche sul tema degli insulti razzisti lanciati dai tifosi dei Boston Celtics e sperimentati in passato, per esempio, da Kyrie Irving. Insulti di cui è rimasto vittima anche lui nel corso delle nove stagioni passate da avversario con la maglia dei Cleveland Cavaliers:
“Si, li ho ricevuti di sicuro. Però credo che la parte che renda speciale i tifosi dei Celtics non sia questa, ma quella per cui sono davvero dentro il gioco e cercano di diventare il sesto uomo in campo. Ho sicuramente sentito alcuni ragazzi pronunciare cose insane, ma credo che lo facciano solo per cercare di entrare dentro la testa dei giocatori e talvolta funziona, talvolta no. Alla fine del giorno, nella mia esperienza personale da giocatore dei Celtics nessuno mi ha mai rivolto insulti razzisti.”
Tristan Thompson ha infine concluso:
“Da avversario, la storia è diversa. Ma se cercano di usare quel tipo di parole per attrarre l’attenzione di un giocatore, questo deriva dal loro campo di allenamento e dalla mancanza di educazione, come direbbe mia mamma.”
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