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Le mirabolanti avventure di J.R. Smith

1. “MJ of China”

A quale J.R. appartiene l’episodio: J.R. Smith spaccone

Livello pericolosità: medio/alto

Livello irrazionalità: medio/alto

Livello spacconeria: alto

Giunti all’ultimo episodio di questa classifica, abbiamo ora ben chiara l’idea di cosa sia J.R. Smith: un giocatore che avrebbe talento da vendere, ma che come il più classico dei ragazzi al liceo “che ha potenzialità enormi ma non si applica”, ha deciso di vivere la vita a modo suo. L’avventura in Cina del giocatore fra il 2011 e il 2012 è sicuramente l’episodio che rappresenta al meglio questa sua caratteristica: quattro mesi che racchiudono una carriera fatta di genio e sregolatezza.

Nell’autunno del 2011 J.R. Smith fu uno dei numerosi giocatori che cominciarono la stagione giocando oltreoceano, per via del Lockout NBA. Durante quel periodo, l’allora Denver Nuggets fece coppia con Wilson Chandler ai Chouzhou Golden Bulls, sulla base di un contratto da 3 milioni di dollari. Nella sua partita d’esordio segnò 52 punti e catturò 22 rimbalzi, mentre nemmeno un mese dopo toccò quota 60. Vestendo il numero 23 in omaggio a Michael Jordan, ai tifosi locali bastarono poche partite per affibbiargli il soprannome di “MJ of China”.

Dunque, inutile dire che Smith finì con il dominare i parquet dell’intera Cina. Queste le sue cifre registrate in quattro mesi di permanenza sul continente asiatico:

32 partite, 36.8 minuti di media;

34.4 punti;

7.4 rimbalzi;

4.1 assist;

2.5 rubate.

D’altro canto, i tifosi cinesi ricordano la presenza di Smith per molti altri motivi, tutti relativi a vicende extra-cestistiche. Infatti, di quei 3 milioni inizialmente percepiti come da contratto, il giocatore dovette restituirne poco più di un milione sotto forma di multe.

I motivi? I più disparati. Per cominciare, Smith saltò quasi 80 allenamenti durante la sua permanenza. In più, intraprese viaggi a Shanghai, Pechino e Londra, senza dare motivazioni precise. La macchina con cui viaggiare per la città doveva essere ultra accessoriata; invece di presentarsi agli allenamenti, portava poi sua sorella a fare shopping. La stessa sorella divenne un problema per la squadra, che la costrinse a tornare in patria dopo una zuffa con alcuni spettatori in seguito a una chiamata arbitrale durante una partita del fratello. Forse, J.R. divenne stanco dell’esperienza poco dopo il suo arrivo. Tanto che, come scrisse Adrian Wojnarowski all’epoca, ordinò pasti nella camera del suo hotel per un totale di 3.000 dollari in un solo weekend, giusto per vedere fino a che punto gliene avrebbero portati:

Forse il suo più grande eccesso di idiozia è stato un weekend in cui ha portato il conto del servizio in camera dell’hotel a un totale approssimativo di 3.000 dollari. Ha continuato a ordinare cibo, impilando vassoi uno sopra l’altro, ‘giusto per vedere se avrebbero continuato a portarne’, secondo le fonti in contatto con Yahoo Sports

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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