Playoff NBA

NBA, Playoff preview: Utah Jazz vs Los Angeles Clippers

In una serie maledetta per le padrone di casa, nel corso della quale fino a Gara 6 sono sempre stati gli ospiti a sorridere, alla fine è stato proprio il parquet amico dello Staples Center a sancire il passaggio del turno dei Los Angeles Clippers di Tyronn Lue. Dopo l’eliminazione dei “cugini”  gialloviola, Leonard e soci  non potevano certo lasciarsi sfuggire l’occasione di continuare a inseguire il sogno chiamato Finals.

Non è stato tutto rose e fiori, certo, e la versione deluxe di Luka Doncic, penalizzato più dai suoi stessi compagni di squadra che dalle contromisure adottate dagli avversari, non ha certo reso le cose più semplici, ma dopo essersela vista anche parecchio brutta, con Dallas capace di gettare alle ortiche ben due match point, alla fine ciò che conta davvero è aver staccato il pass per queste semifinali di Conference, che vedranno George, Leonard e soci scendere in campo contro i Jazz di Quin Snyder.

A differenza dei dirimpettai, la squadra di Salt Lake City ha avuto qualche giorno in più di tempo per studiare la concorrenza dopo aver archiviato la pratica Grizzlies in un primo turno che pure si era aperto con una tremenda sorpresa per la prima della classe. Se la freschezza dei ragazzi di coach Jenkins aveva fatto un brutto scherzo alla miglior squadra dell’ultima regular season, il ritorno in campo di Donovan Mitchell ha ben presto contribuito a spazzar via ogni dubbio sull’esito della serie, ristabilendo le gerarchie e rilanciando le ambizioni di questi Jazz, capaci fin qui di migliorarsi anno dopo anno. Basterà per avere la meglio contro una delle corazzate più agguerrite dell’ovest o gli spettri degli ultimi Playoff aleggeranno minacciosamente dalle parti della Vivint Arena?

Prima di azzardare un pronostico, meglio partire dalle certezze. Entrambe le contendenti sono chiamate a riscattare i rispettivi flop dello scorso anno e, in quest’ottica, lo scontro dei prossimi giorni aiuterà a capire quale delle due sia più attrezzata per arrivare fino in fondo. Che vinca la migliore, dunque. Sì, ma quale? Proviamo a vedere cosa ci suggeriscono i dati e l’esperienza diretta del campo.

Precedenti stagionali

I tre scontri diretti disputati nel corso della regular season sembrano voler premiare gli sforzi della truppa di coach Snyder, che vanta due vittorie a fronte di una sola sconfitta. Eppure, dando un’occhiata più approfondita ai tabellini, è piuttosto evidente come nell’equilibrio della mini-serie stagionale nessuna delle due squadre sia riuscita a prevalere in maniera così netta sulla controparte.

Procediamo con ordine, partendo dal primo successo dei Jazz targato 2 gennaio 2021. In quell’occasione, a decidere l’incontro in favore dei padroni di casa sono stati i 33 punti messi a segno da un Mike Conley in versione decisamente vintage, che ha sopperito a suo modo ai 15 punti di un Mitchell meno vivace del solito rendendo così vani i 45 punti complessivi realizzati dalla coppia Kawhi Leonard-Paul George.

A questo proposito, più che le buone prove offerte sul parquet, a far pendere l’ago della bilancia in favore di Utah sono state le assenze delle due stelle dei Clippers nel secondo rendez-vous stagionale, nel corso del quale i Jazz hanno avuto vita decisamente facile nel gestire dei rimaneggiatissimi padroni di casa e portare a casa un buon 114-96, segnato dai 24 punti di Gobert e dai 23 di Mitchell.

Era il 18 febbraio 2021, e appena due giorni dopo, con Leonard e George regolarmente in campo, i Clippers sono riusciti a rendere meno amaro il record della serie, superando di misura (112-116) Mitchell e compagni sul parquet dello Staples Center e interrompendo così la striscia di nove vittorie consecutive degli ospiti. Nonostante il risultato finale, la miglior prestazione dell’intera mini-serie è stata quella griffata Donovan Mitchell quella stessa sera, nel corso della quale la stella dei Jazz ha realizzato 35 punti mettendo a referto anche cinque assist, quattro rimbalzi e tre palloni rubati.

Chiavi tattiche/Giocatori da seguire

Arrivati a questo punto della postseason ogni pallone inizia ad accusare un certo peso specifico e, in un gioco di talento ma anche di nervi, la tattica assume un ruolo sempre più di spicco nella sapiente trama di stelle ed elementi di supporto ordita dai due allenatori, in cui ognuno dei componenti delle rispettive squadre è consapevole del proprio ruolo e delle relative responsabilità.

Al di là delle pesanti difficoltà di Dallas nell’affiancare delle valide alternative allo strapotere di Luka Doncic, se a dare una grossa mano ai Clippers nel superare il primo turno è stata la scelta di coach Lue di schierare per larghi tratti della serie un quintetto piccolo con Batum e Morris a vedersela contro i lunghi dei Mavericks, difficilmente una scelta del genere pagherebbe grossi dividenti al cospetto dei centimetri di Rudy Gobert. Oltre a essere il miglior rim protector in circolazione, il lungo francese sa bene come dire la sua anche nella metà campo avversaria, giocando un pick-and-roll che con lui da rollante offre puntualmente ai suoi compagni un ampio ventaglio di scelta. In questo senso, anche alla luce dei 14.3 punti e 14.7 rimbalzi messi mediamente a referto nei tre precedenti stagionali, la presenza di Rudy sul parquet costringerà Tyronn Lue a concedere diversi minuti in più a Ivica Zubac nel tentativo di tenere fisicamente testa ai Jazz in entrambe le metà campo.

Pur senza mai toccare il pallone, Gobert mette una bella firma su questi due punti di Mike Conley.

Certo, parliamo pur sempre di un’impresa tutt’altro che semplice. Se è vero infatti che, per loro fortuna, i Clippers non fanno molto affidamento sulle penetrazioni a canestro  – risultando al 23° posto della lega nella graduatoria dedicata – d’altra parte la presenza al ferro di Gobert obbligherà i losangelini a intraprendere necessariamente altre strade. Occorreranno delle trame offensivo di livello assoluto per punire con una certa continuità la difesa dei Jazz, e in questo senso bisognerà valutare ciò che Reggie Jackson e Terance Mann – ad oggi i due portatori di palla più affidabili dei Clippers – sapranno offrire alla causa. Ci sarebbe anche da dire che, nei precedenti confronti stagionali contro i Jazz, l’ex Pistons vanta un ben poco lusinghiero -24,7 di Net Rating, ma è anche vero che al momento Patrick Beverley fornisce poche garanzie di rendimento, mentre Rajon Rondo è apparso decisamente lontano dalla sua tradizionale forma Playoff.

Il capitolo playmaking rappresenta una nota dolente anche in casa Jazz, con gli uomini di coach Snyder che, almeno per l’ormai imminente Gara-1, dovranno con tutta probabilità rinunciare all’esperienza di Mike Conley, alle prese con i soliti guai fisici. Difficile dire se l’ex Grizzlies riuscirà a garantire il suo prezioso contributo nel corso della serie, il cui andamento dipenderà anche dalle condizioni fisiche dei protagonisti, come ben – tristemente – noto dalle parti di Los Angeles.

Con Gobert a vigilare sulla restricted area, toccherà dunque anche al tiro da tre punti stabilire le sorti delle due contendenti, che peraltro non se la cavano affatto male nella specialità. Dal canto suo, Utah tenta 43 triple di media a sera, più di ogni altro in NBA, convertendole nel 38,9% dei casi; i Clippers, invece, vantano la miglior mira della lega con un invidiabile 41.1% dalla linea dei tre punti. Tuttavia, entrambe le formazioni dovranno vedersela con una difesa particolarmente attrezzata per far fronte a questa specifica situazione di gioco: Los Angeles concede ai suoi avversari solo il 35.6% delle triple tentate, mentre i Jazz fanno ancora meglio con un ottimo 34,2%, secondo miglior dato della lega. Gli specialisti sono avvisati: aprire il fuoco non sarà poi così semplice.

I tiratori dei Jazz si dispongono come da manuale per punire la difesa dei Clippers dopo una palla persa: nonostante le diverse alternative sul perimetro, per stavolta tocca a Ingles trovare la giusta mira dall’arco.

Se i vari Clarkson, Bogdanovic, Ingles, Morris e Jackson dovranno alzare il livello delle loro giocate, anche le tante stelle presenti sul parquet dovranno tenere fede al loro nome per il bene delle rispettive squadre. In quest’ottica, Paul George sarà chiamato a riscattare il magro 30,6% da tre punti fatto registrare nella serie contro Dallas al cospetto di Joe Ingles, uno che nelle scorse edizioni dei Playoff ha dato parecchio filo da torcere all’ex OKC. Come prevedibile, oltre che da Playoff P, buona parte delle speranze dei Clippers di passare il turno passa dalle manone di Kawhi Leonard, reduce dai 32.1 punti, 7.9 rimbalzi e 4.6 assist del primo turno, un discreto biglietto da visita da presentare a Royce O’Neale e ai malcapitati che dovranno tentare di limitarne l’impatto nella serie, alla difficile ricerca del giusto equilibrio tra aggressività e prudenza.

Dall’altra parte, invece, oltre che al già citato Gobert, toccherà a Donovan Mitchell, fresco giustiziere dei Grizzlies, tenere alto l’onore dei primi della classe e far girare al meglio la macchina quasi perfetta di Quin Snyder.

Poteva mancare un piccolo assaggio della specialità di casa Gobert?

Pronostico

Difficilmente mancherà lo spettacolo in una delle serie più equilibrate di queste semifinali. Nonostante un ineccepibile star power e un supporting cast di tutto rispetto, per quanto visto finora in postseason questi Clippers sembrano accusare in maniera preoccupante la mancanza della costanza necessaria per poter arrivare fino in fondo. Finché Leonard e George rispondono presente può anche andar bene così, ma qualora la morsa dei Jazz dovesse ingabbiare anche solo uno dei due la squadra di coach Lue rischierebbe seriamente di terminare anzitempo la corsa alle Finals.

Per amore dello show ci sentiamo di azzardare che il destino delle due squadre si deciderà solo in Gara-7, con i Jazz che a nostro avviso hanno qualche chance in più di farla franca e arrivare – quantomeno – alle Finali di Conference, obiettivo minimo ora che James e Curry hanno tristemente lasciato il trono vacante.

Utah Jazz (1) vs. Los Angeles Clippers (4): gli orari italiani della serie

  • Gara 1: nella notte tra martedì e mercoledì 9 giugno alle 4:00|Los Angeles @ Utah
  • Gara 2: nella notte tra giovedì e venerdì 11 giugno alle 4:00|Los Angeles @ Utah
  • Gara 3: nella notte tra sabato e domenica 13 giugno alle 2:30|Utah @ Los Angeles
  • Gara 4: nella notte tra lunedì e martedì 15 giugno alle 4:00|Utah @ Los Angeles
  • Gara 5: mercoledì 16 giugno, orario da definire|Los Angeles @ Utah (se necessario)
  • Gara 6: venerdì 18 giugno, orario da definire|Utah @ Los Angeles (se necessario)
  • Gara 7: domenica 20 giugno, orario da definire|Los Angeles @ Utah (se necessario)

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Pubblicato da
Federico Ameli

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