Dopo i primi ventiquattro minuti di Gara 2, Sixers ed Hawks sono tornati negli spogliatoi sul risultato di 57-55 in favore dei padroni di casa. Tuttavia, analizzando esclusivamente l’apporto offensivo delle rispettive panchine, un’evidenza statistica in particolare appariva drasticamente impietosa: ai 32 punti profusi dalla panchina di Atlanta, quella di Philadelphia aveva risposto con un raccapricciante 0.
Secondo la ricostruzione offerta da George Hill, leader del secondo quintetto dei 76ers, coach Doc Rivers, incenerito il foglio del referto statistico, si sarebbe rivolto con toni coloriti alla propria second unit, invocando maggiore aggressività:
”Sono profondamente convinto che Doc Rivers abbia cambiato le sorti di Gara 2 tra il primo ed il secondo tempo. La nostra panchina non aveva segnato neanche un punto in due quarti di gioco e le prospettive non erano nelle migliori in vista della seconda frazione. Doc, con tono aggressivo, ha fatto leva sull’inerzia dimostrata, ricordandoci di non aver mai avuto veramente intenzione di prendere in mano le redini della partita. L’impegno difensivo è stato indiscutibile, ma non si può giocare con tanta sufficienza nella metà campo in cui si segnano i punti. Essere in panchina significa dover dimostrare di più rispetto ai titolari, in modo tale da guadagnare minuti. I grandi allenatori sono capaci di metterti di fronte all’evidenza, di farti sentire perfino inadatto, pur di motivarti. La verità offende, ma credo che sia positivo talvolta sentire come stanno le cose realmente, anche se la paternale non è delle più gentili.”
Al termine della filippica del nativo di Chicago, le riserve di Phila hanno visibilmente invertito la rotta, segnando 26 punti combinati contro i 17 siglati Hawks.
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