Philadelphia 76ers 100 – 103 Atlanta Hawks [Serie in parità sul 2-2]
Successo di misura per i ragazzi di coach McMillan, che tra le mura amiche della State Farm Arena riescono a strappare un prezioso successo in rimonta ai primi della classe a est pareggiando i conti nel totale della serie.
Eppure, non si può certo dire che il match si fosse aperto sotto una buona stella per Atlanta: approfittando di un avvio col freno a mano tirato da parte di Trae Young, dopo i primi dodici minuti Philadelphia si ritrova sul +8 (28-20), allungando di ulteriori cinque punti prima del break di metà gara (62-49).
I minuti passano e i Sixers arrivano a veleggiare addirittura sul +18, quando decisamente all’improvviso scatta la rimonta dei padroni di casa. Approfittando delle condizioni precarie di Embiid, costretto a rientrare ai box nel secondo periodo per poi tirare con un rivedibilissimo 0-12 dal campo nel secondo tempo, gli Hawks riescono a risollevarsi e a mettere poi la freccia in apertura di quarta frazione con la tripla dell’83-82 firmata Bogdanovic, che vale il primo vantaggio del match.
A quel punto la gara si trasforma in un acceso botta e risposta tra le due contendenti, con Young che, pur alle prese con un evidente problema alla spalla destra, a 1:17 dalla fine piazza il floater del sorpasso sul 99-98, decidendo di fatto l’incontro.
A fine gara fanno 25 punti e ben 18 assist per la stella di Atlanta, coadiuvato dai 22 punti di Bogdan Bogdanovic. Dall’altra parte, 20 punti per Tobias Harris, miglior realizzatore dei suoi, mentre un malconcio Joel Embiid chiude con 17 punti – gli stessi di Seth Curry – e 21 rimbalzi.
Utah Jazz 104 – 118 Los Angeles Clippers [Serie in parità sul 2-2]
A differenza di quanto visto nel primo turno contro Dallas, l’aria di casa sembra essere un fattore decisamente importante per i ragazzi di coach Lue, che sul parquet dello Staples Center colgono il secondo successo consecutivo pareggiando i conti con i Jazz.
Che per Mitchell e compagni le chance di uscire indenni dalla trasferta losangelina non fossero poi molte si intuisce già dall’esito del primo quarto, chiuso su un perentorio 13-30, con i padroni di casa che al termine del secondo periodo si portano addirittura su un rassicurante +24 (44-68) con tanto di strepitoso poster firmato Kawhi Leonard ai danni del malcapitato Derrick Favors.
Nonostante la buona forma di Donovan Mitchell, autore di 37 punti complessivi – primo giocatore dai tempi dello Steph Curry 2019 a far registrare sei gare consecutive da 30 o più punti in postseason – i Jazz non riescono mai a rendersi davvero pericolosi e ogni timido tentativo di reazione si risolve mestamente in un nulla di fatto. Con l’atmosfera da garbage time che aleggia già da un pezzo nell’aria, gli ospiti possono solo rosicchiare agli avversari qualche punto utile a rendere meno amaro il verdetto finale del tabellone.
Il segreto del successo dei Clippers? Con tutta probabilità va ricercato nei 31 punti a testa di Paul George e Kawhi Leonard, con Marcus Morris che a sua volta si dà un bel da fare con 24 punti e 6 rimbalzi.