Stephen Curry è sempre stato piuttosto interessato alle questioni pertinenti la retribuzione lavorativa, specie in ottica di equità salariale. La guardia di Golden State, dopo aver scritto un approfondito elaborato sull’argomento nel 2018 per The Players’ Tribune, è passata all’azione, investendo una piccola parte del suo patrimonio in Syndio, startup americana che ha sviluppato un software capace di analizzare i dati dei dipendenti di un’azienda ed elaborare statisticamente un salario confacente all’effettivo apporto lavorativo degli stessi.
Di seguito, le parole di Curry, entusiasta di aver contribuito con $1 milione alla crescita di un progetto estremamente intrigante:
”Assicurarsi che ognuno venga pagato in relazione alle proprie abilità, scongiurando spiacevoli ingiustizie lavorative, è davvero un passo importante per la nostra società. Dobbiamo obbligatoriamente procedere verso un futuro giusto, equo e meritocratico. Syndio, che tratta i dati di 2.6 milioni di impiegati in tutto il mondo, è uno strumento drasticamente oggettivo. Il software rimuove ogni implicazione soggettiva potenzialmente nutrita dal datore di lavoro nei riguardi del sottoposto, mostrando esclusivamente il contributo statistico. Oltre allo “sfruttamento” delle abilità lavorative, Syndio si occupa naturalmente di eliminare le distanze salariali tra individui appartenenti a generi ed etnie differenti, riducendo di anno in anno questo spiacevole scarto”.
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