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NBA, parla anche Devin Booker dopo Gara 6

Dopo un’attesa durata 28 anni, i Phoenix Suns sono nuovamente alle NBA Finals.

La franchigia dell’Arizona sbanca lo Staples Center dei Los Angeles Clippers e si aggiudica Gara 6 130-103. Ora Devin Booker e compagni sono in attesa di capire chi dovranno sfidare tra i Milwaukee Bucks e gli Atlanta Hawks per raggiungere l’ambito anello.

Sulla vittoria nelle Western Conference Finals ha detto la sua anche Devin Booker ai microfoni post partita:

“E’ stata un viaggio lunghissimo. Abbiamo visto davvero il fondo in questi anni prima di arrivare qui, ma ho sempre tenuto la testa bassa e lavorato. Poi è arrivato Monty [Williams] che ci ha preparato per questa occasione. Ma non è ancora finita. Tutto questo è bello, si. Non ci accontentiamo”

In una serata in cui il grande protagonista è stato Chris Paul -alla sue prime Finals in 16 anni di lega- vanno comunque ricordate le notevoli prestazione di Devin Booker in questi Playoff, lui che è stato strumentale per tutti il percorso Suns: 27.3 punti, 6.4 rimbalzi e 4.8 assist a partita per lui in questa post season. La prima mai giocata per l’ex Kentuky.

“Nel terzo quarto siamo stati sopra con tranquillità, ma loro hanno avuto una serie positiva e hanno accorciato fino al -7. Dopo il time out ci siamo detti di non perdere la testa, che dovevamo rimanere concentrati. Fin da piccolo di insegnano che il basket è un gioco di strappi, e come rispondi a questo strappi può determinare il successo della tua squadra. E a quel punto è stato come ritrovarsi di fronte a due vie, due possibilità. Ma questo gruppo con tutto quello che ha passato ha risposto presente. Chris [Paul] ha subito messo una tripla per tornare sul +10. Il resto è storia”

Per Booker poi c’è stata anche l’occasione di ringraziare chi, il suo percorso, l’ha visto da vicino fin da piccolo:

“Ho già parlato a mia madre e mia sorella. Ne abbiamo viste di ogni, fin da subito. Ancora prima dell’NBA e tutto, ci sono sempre state. Hanno sempre creduto in me e questo mi ha aiutato a crescere ogni giorno. Non c’è emozione migliore che far sorridere la tua famiglia e riuscire a curarla e sostenerla. E’ questo che mi ha sempre spinto a diventare uno dei migliori”

Ed un pensiero ai suoi compagni di squadra:

“Chris? La mia conoscenza con lui parte dai workout prima del Draft insieme a D’Angelo [Russell] e KAT [Karl-Anthony Towns]. E’ uno tosto abbiamo discusso tantissime volte in campo, quasi volevamo metterci le mani addosso. Ma è questo il suo bello, sono quel tipo di atleti mossi dalla competitività. Quei giocatori contro i quali non vorresti mai giocare ma che ami quando sono nella tua stessa squadra. Così come Jae Crowder, anche lui è uno di quelli. Ma alla fine dei conti sono questi giocatori quelli che vuoi avere vicino e con i quali vuoi lavorare. Per il sostegno e la fiducia che ti danno. Loro sono stati qui prima di me, sanno cosa vuole dire”

 

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Pubblicato da
Gabriele Gramantieri

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