Primo Piano

Road to NBA Draft 2021: Evan Mobley

Squadra: USC Trojans (Freshman)

Ruolo: Power Forward/Center

2020-21 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
16.4 8.7 5.9 2.8 2.4 0.8 2.9 57.8 30.0 69.4

2019-20 Advanced

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
14.6 14.5 9.6 18.9 14.6 22.8 8.8 59.5 62.4

 

All’interno di una Draft Class che sembra ormai aver eletto il proprio giocatore principe in Cade Cunningham, Evan Mobley rappresenta comunque uno dei picchi di maggiore interesse.
Il prodotto di USC è, infatti, di certo tra i prospetti che più si adattano all’evoluzione moderna del ruolo di lungo: si tratta di un giocatore dinamico, mobile, con dimensioni estremamente interessanti e tanta versatilità nelle due metà campo.

Un blocco di argilla pregiata su cui, ve lo assicuriamo, tantissime franchigie NBA con una prospettiva di ricostruzione piuttosto ampia vorrebbero mettere le mani.

 

Punti di forza

Dando uno sguardo tanto alla sua struttura fisica (213 cm per 225 cm di wingspan) quanto alle sue statistiche difensive, si comprende piuttosto rapidamente perché Evan Mobley potrebbe, secondo varie fonti, essere considerato come il premio più ambito di questo Draft NBA alle spalle di Cade Cunningham.

Si tratta, infatti, di un lungo ancora piuttosto sprovvisto di massa muscolare ma comunque in grado di avere un impatto strabiliante sulla metà campo difensiva. Le sue 2.9 stoppate a gara, corredate a una block percentage che sfiora il 9%, ci danno l’idea di un giocatore che può già rappresentare un rim protector di livello anche su un campo NBA. Nella difesa in aiuto si potrebbe arrivare a definirlo, senza mezzi termini, di uno dei migliori prospetti usciti dalla NCAA negli ultimi anni, perché all’ottima esplosività abbina anche un eccellente quoziente intellettivo cestistico che lo porta a comprendere e adattarsi a situazioni di gioco differenti e fondamentali a livello NBA.

Drop, occupazione del campo in orrizontale, recupero sul suo uomo e stoppata.

Le sue braccia lunghe e un’intelligenza sopra la media gli permettono, inoltre, di occupare correttamente il campo e coprirne ampie porzioni, risultando anche un recupera-palloni con sensibili possibilità di miglioramento. A completare il pacchetto c’è una già piuttosto solida presenza a rimbalzo, confermata sia dalle raw stats che dalle statistiche percentuali, che contribuisce a delineare l’identikit di un giocatore che, nella metà campo difensiva, rappresenterebbe oro puro per numerose franchigie NBA: Mobley dispone del telaio e delle doti su cui ogni coaching staff sogna di lavorare per plasmare un lungo difensivo moderno.

Un breve video per cominciare a intuire la grandezza delle potenzialità dell’impatto difensivo di Mobley.

Nella metà campo offensiva può, già ora, essere un ottimo rollante anche a livello NBA ma non è tanto questo a intrigare tanto del prodotto di Southern California quanto tutto quello che ha lasciato intendere ma non ha ancora pienamente espresso.

Più volte, nel corso della sua unica stagione collegiale, ha infatti mostrato degli intrigantissimi sprazzi di gioco offensivo fronte a canestro piuttosto intrigante, con un tocco che sembra promettere molto più di quanto il suo 30% da 3 (su 40 conclusioni stagionali) e il suo 70% scarso in lunetta facciano intuire.

La vera perla nascosta, però, nell’arsenale di Mobley in prospettiva futura, potrebbero essere le sue doti di playmaking: oltre ad aver mostrato un talento invidiabile per gli outlet pass direttamente da rimbalzo difensivo, infatti, Mobley ha fatto registrare cifre interessantissime per quanto riguarda il passing game.

2.4 assist a partita e un’assist percentage che sfiora il 15% sono indizi pesanti che ci dicono come Mobley possa diventare, con il corretto sviluppo un centro di gravità offensivo anche a livello NBA.

Da quella altezza e con i suoi istinti, i suoi passaggi diventano difficilmente contestabili.

Punti deboli

Buona parte dei punti deboli di Mobley risiede nel rovescio della medaglia dei suoi punti di forza. Primo tra tutti, sicuramente, il suo fisico.

Si tratta, infatti, di un giocatore filiforme, leggerissimo per gli standard NBA – appena 98 kg a fronte di un’altezza e una wingspan di 213 e 225 cm – e tutto da testare a livello di possibilità di assorbire continuativamente i contatti e resistere agli urti con i lunghi della lega più fisica e competitiva del mondo. Di certo l’esperienza della NBA recente ci ha insegnato che anche dei giocatori con una fisicità meno scultorea possono imporsi e segnare fortemente dei trend: pensate, ad esempio, all’impatto di Rudy Gobert. Al contempo, però, Mobley dovrà mettersi al riparo da questo genere di punti di domanda, lavorando fortemente su di sé e creando una sua nicchia di influenza all’interno della lega. Operazione difficile, ma non impossibile.

Tra le altre red flag del suo gioco si segnalano, inoltre, delle capacità realizzative tradizionali decisamente poco sviluppate: se l’upside del suo gioco fronte a canestro è, come visto, smisurato, altrettanto non si può dire, ad esempio, del suo arsenale in post.

Anche sentendolo parlare delle sue prospettive NBA si intuisce la sua intelligenza e la sua voglia di smussare gli angoli del suo gioco.

Finché il suo tiro non assume continuità e le sue partenze non vengono testate contro avversari rapidi e solidi fisicamente, le uniche armi offensive che il prodotto di USC può utilizzare per sé sono i tagli e la corretta occupazione degli spazi offensivi al fine di trovare una schiacciata.
Mobley al momento non dispone di una “valvola di sicurezza” che possa permettergli di ritagliarsi possessi offensivi anche quando le scelte avversarie si fanno più estreme. Anche da questo punto di vista, però, chi vorrà lavorare su di lui, ha ampio margine per trovare una soluzione.

Upside

Come si può agevolmente intuire dal profilo fin qui ricostruito, Evan Mobley potrebbe essere un talento che necessita di un percorso di integrazione e crescita più lungo a livello NBA rispetto ad altri nomi di questa Draft Class. Al contempo, però, gli ultimi anni di NBA ci hanno insegnato come un pieno inserimento tardivo nelle dinamiche della lega – che nel caso di un lungo con queste caratteristiche è quasi fisiologico – non corrisponda sempre a una mancanza di prospettive in senso assoluto da parte di un prospetto. Pensate al già citato caso di Gobert o all’ancor più recente esplosione di DeAndre Ayton. Questi dati, sommati al mix di caratteristiche iper moderne, rendono Mobley un giocatore su cui diverse franchigie potrebbero pensare di costruire.

Un ruolo da starter in una NBA in cui il dinamismo e la versatilità la fanno sempre più da padrone, nel worst-case scenario dovrebbe comunque essere assicurato.

Partite come queste aprono spiragli sempre più ampi sulle straordinarie potenzialità di Evan Mobley.

Draft projection

Non esiste, al momento, uno scenario in cui Mobley può uscire dalla top 5 del prossimo Draft. Qualcuno dice addirittura sia una lock in top 3. Al momento sembra che tanto gli Houston Rockets, visto il lungo percorso di ricostruzione che hanno davanti, quanto i Cleveland Cavaliers, che negli anni passati hanno sempre scelto esterni, potrebbero puntarci forte.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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