Uno dei documentari che ha riscosso maggior successo tra gli appassionati di basket e non solo è The Last Dance. Il racconto della stagione dell’ultimo anello conquistato da Michael Jordan ha tenuto col fiato sospeso moltissimi fan. Ad un anno dall’uscita è ancora al centro della discussione.
In molti si saranno chiesti il motivo dell’esclusione dal documentario di uno dei membri di quella formidabile squadra, ovvero Luc Longley. L’ex centro australiano aveva così commentato la sua assenza:
“Non mi aspettavo di essere molto presente all’interno del documentario, perché non mi avevano intervistato. Tuttavia, mi aspettavo di fare qualche comparsa. Mi sarebbe piaciuto essere partecipe in modo da dimostrare ai ragazzi australiani che un loro connazionale era stato in grado di compiere imprese di quel genere.”
Intervistato recentemente in un programma australiano, Longley ha rivelato quale fosse il suo rapporto con la star dei Bulls:
“Jordan pretendeva moltissimo da ognuno di noi. Sentivo che voleva trasmettermi di continuo la sua energia, ma io non ero sempre in grado di recepirla. Non ho mai avuto il killer instinct di Michael, ma in una squadra non hai bisogno di dodici killer. L’importante è avere un gruppo di persone che si sostengono a vicenda e lavorano insieme per raggiungere un unico obiettivo. Il nostro gruppo era così.”
L’ex giocatore ha poi continuato:
“Non mi piaceva MJ. Molto spesso ritenevo che fosse fin troppo severo con noi e con se stesso. Nonostante ciò, gli sono profondamente grato per avermi mostrato come diventare un giocatore di basket migliore, per aver compensato la mia debolezza con la sua intelligenza. Abbiamo trovato un modo per rispettarci a vicenda ed è stato bello aver giocato a basket insieme.”
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