Ormai nella lega da una stagione, Facundo Campazzo può dire di aver assaggiato tutti i tipi di basket esistenti: dall’Eurolega, alle grandi competizioni internazionali con l’Argentina, fino al basket NBA con la maglia dei Denver Nuggets. In una recente intervista, il play ha quindi parlato di quello che è stato l’ostacolo più difficile all’interno della pallacanestro a stelle e strisce rispetto ad altri contesti:
“Senza dubbio il trash talking, complicato gestire quel fiume di parole e di offese. Non ti trovi spesso in situazioni del genere ai Mondiali o alle Olimpiadi, mentre in NBA è un continuo. Sono nell’angolo pronto a prendere un tiro da tre punti e puoi distintamente sentire di continuo la panchina opposta che dice: “Lasciatelo tirare, non segnerà mai” e io sono costretto a trattenermi dal tentare il tiro, voltarmi e rivolgere lo sguardo contro di loro. È un rischio: perché se lo fai e segni, hai una scarica d’adrenalina pazzesca e pensi di essere il migliore. Se non va dentro però fai mille paranoie dovute al fatto che ti stanno entrando nella testa. È incredibile.”
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