L.A. Clippers

NBA, JJ Redick e Blake Griffin discutono dei mancati successi con i Clippers

Gli anni dei Clippers di Chris Paul, Blake Griffin e DeAndre Jordan saranno sempre ricordati dai tifosi con una certa nostalgia. Nonostante l’assenza di successi degni di nota (quei team non riuscirono mai a superare le semifinali di Conference), infatti, Lob City regalò alla lega una carrellata di giocate spettacolari, rendendo i Clippers un team finalmente competitivo e degno di essere guardato.

Per un motivo o per l’altro, però, i Clips di quegli anni non furono mai in grado di imporsi come contender a tutti gli effetti, nonostante un incredibile quantità di talento all’interno del roster. A distanza di anni, Blake Griffin e JJ Redick (altro componente della squadra losangelina ai tempi) hanno discusso delle possibili ragioni di così tanti fallimenti nel podcast della guardia, The Old Man and The Three.

Ecco un riassunto della conversazione tra i due, incentrata soprattutto sulla mancanza di preparazione della squadra a livello mentale:

Griffin: Penso che i nostri migliori team siano stati quelli del 2014 e del 2015.

Redick: Credo che quei due anni siano stati i migliori per noi, ma Steph Curry e gli Warriors esplosero e poi si aggiunse anche Kevin Durant.

Griffin: Penso che nel 2015 sia stato un crollo mentale, non credo si possa spiegare come una mancanza di determinazione. Stessa cosa per l’annata prima contro Oklahoma City.

Redick: Sono completamente d’accordo con te riguardo quei due anni, quei team sono probabilmente tra i miei preferiti della mia carriera NBA. Nel 2016 abbiamo iniziato a capire che le cose non sarebbero andate per il verso giusto, e nel 2017 abbiamo mollato dopo aver iniziato la stagione con un record di 13-2.

Griffin: In quelle due stagione avremmo davvero potuto vincere. Prima non eravamo pronti e non avevamo la squadra adatta. Non l’ho mai detto pubblicamente, ma quando la gente mi chiede di quei Clippers rispondo che all’interno dello spogliatoio le cose non erano brutte come la gente cerca di farle trasparire. Forse alla fine, quando si sono sommate altre cose, ma non è il motivo per cui non abbiamo vinto in quei due anni. 

[…] Quando eravamo ad Oklahoma City per Gara 5 ed abbiamo perso il vantaggio che avevamo durante la partita avremmo dovuto rispondere meglio mentalmente. Quel match ci ha demoralizzato e non siamo stati in grado di compattarci e forzare Gara 7.

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Pubblicato da
Alessandro Vezzulli

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