I Boston Celtics del titolo 2008 sono visti come l’inizio dell’era dei superteam in NBA, ossia dall’esatto momento in cui Kevin Garnett e Ray Allen si sono uniti a Paul Pierce durante l’estate 2007. Quella squadra ha poi completato l’opera vincendo – come detto – un campionato NBA e andando ancora una volta in finale (contro i Lakers, nel 2009, ndr). Quei Big 3 hanno sostanzialmente dato vita ad una tendenza chiara, seguita da diverse altre stelle nella decade successiva. Ossia quella di giocare assieme per facilitare il viaggio alle Finals.
Ebbene, Paul Pierce in una intervista a margine della cerimonia legata alla classe Hall of Fame 2021, ha deciso di respingere con forza ogni accusa di questo tipo. Il capitano di quei Celtics ha sottolineato le differenze tra la sua squadra e quelle che si sono formate negli anni successivi. “The Truth” ha chiarito che il superteam dei Celtics non è stato creato nelle stesse circostanze delle altre, indicando la fortuna come l’elemento chiave per riunire KG e Allen al TD Garden insieme a lui:
“Sono molto orgoglioso di aver vinto il titolo NBA con la squadra che mi ha scelto. Ora invece siamo in un’altra epoca. I giocatori si muovono spesso, cambiano squadre. Decidono di unirsi altrove. Invece, per noi è stato un po’ diverso. La gente dirà che ho giocato nel primo superteam della nuova era, ma invece è stato tutto figlio del caso. Siamo stati fortunati con la mia scelta del Draft, siamo stati fortunati effettuando la trade giusta (per Allen) e siamo stati fortunati con Kevin Garnett che ha deciso di rinunciare alla no-trade clause. Quindi tutte queste cose dovevano essere allineate, mentre oggi i ragazzi si parlano tra di loro decidendo dove andare a giocare. E sia chiaro che non ho nulla contro di loro. In ogni caso, ecco spiegati i motivi per cui sono molto orgoglioso di essere rimasto nella mia squadra così a lungo, di aver attraversato momenti difficili e di essere stato in grado di vincere un campionato.”
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