Dopo essere stato introdotto all’interno della Hall of Fame NBA, Chris Webber ha ricevuto gli onori di questo grande traguardo anche da Isiah Thomas, uno dei mentori dell’ex Sacramento Kings. Thomas ha commentato in questa maniera l’importanza di C-Webb nella lega, confessando in prima istanza che portava spesso i suoi compagni di squadra di Detroit a vedere le partite NCAA di Michigan con l’ala in campo:
“Webber prendeva rimbalzi, faceva passaggi no-look, schiacciava in faccia a chiunque. OK, Magic Johnson lo faceva dalla sua altezza di 2.06 in NBA, ma Webber stava facendo la stessa cosa al liceo e poi nella NCAA. Davvero, Webber era la gemma della città di Detroit.”
Come confermato da Isiah, lo suo stile di gioco di Webber era completamente rivoluzionario all’epoca:
“E’ stato uno dei ragazzi dell’epoca che ha permesso l’evoluzione della posizione di ala forte. Lui e Kevin Garnett. Il modo in cui hanno giocato in quel ruolo è stato qualcosa di completamente diverso e unico. Erano giocatori clamorosamente tecnici, potevano passare la palla in maniera egregia… Webber, su quest’ultimo punto era un mago.”
Dopo il suo periodo in NCAA, l’ala grande era arrivata in NBA venendo selezionata alla numero uno nel Draft 1993. Nei successivi dieci anni, Webber ha viaggiato con una media di 22.2 punti, 10.2 rimbalzi, 4.4 assist, 1.7 stoppate e 1.5 palle rubate a partita. Queste cifre sono distribuite su tre franchigie, tra cui i Kings con i quali non è andato troppo lontano dal titolo nel 2002. Quell’anno i californiani hanno ceduto solo di fronte ai Lakers, in Gara 7 nelle Finali di Conference:
“Pensateci: i Kings hanno spinto quei Lakers fino a gara 7. I Lakers avevano Shaquille O’Neal e Kobe Bryant nel fiore degli anni.”
Leggi Anche
NBA, Hall of Fame: il discorso di Paul Pierce
NBA, Hall of Fame: il discorso di Chris Webber
NBA, Hall of Fame: il discorso di Ben Wallace