Sono passati quasi vent’anni dal primo contratto di sponsorizzazione firmato da Carmelo Anthony. Era il 2003 e l’allora 19enne appena scelto al Draft firmava con il brand di Michael Jordan. Solo un anno dopo usciva il suo primo modello firmato, la Jordan Carmelo 1.5. Da allora, più di una dozzina di scarpe sono uscite con la signature di Melo. Ma la cosa più preziosa, Anthony l’ha ottenuta direttamente da Michael Jordan e dai numerosi allenamenti fatti con lui nei suoi primi anni in NBA:
“Jordan mi ha firmato quando avevo 19 anni, sono stato il primo atleta ad essere entrato nella sua scuderia. Così, quando ho firmato con lui, sapevo che era con me, che mi sosteneva. Stavo lottando per guadagnarmi il rispetto di diversi giocatori e in certe situazioni nelle partite non sapevo come battere certe difese. Così sono andato da MJ per parlarne con lui. Ho passato una settimana e mezza con Michael in quel di Chicago: ci allenavamo tutte le mattine, alle 6:00, 6:30.”
Per poi prosegue:
“Ma sono state le discussioni che abbiamo avuto, il modo in cui mi ha spiegato come mi muovevo esaminandomi nei video che mi ha davvero aiutato. All’epoca non sapevo come studiare le partite in quel modo. Mi spiegava, mi diceva a cosa dovevo stare attento, cosa dovevo fare in questa o quella situazione, e poi mi interrogava, mi chiedeva ‘perché stai facendo questa scelta?’, e così via. Mi ha davvero insegnato a scomporre l’arte di segnare. Pensavo di sapere già come mettere la palla nel canestro, era la mia specialità… ma lui mi ha detto ‘Ti porterò a conoscere in maniera profonda l’aspetto mentale. Quanti punti vuoi fare di media? Vuoi una media di 28 punti a partita? Questo è un modo facile per ottenerli: 7 punti per quarto. Cosa devi fare: due layup, forse un tiro da 3, un altro layup, due tiri liberi, un tiro da 3. Potresti essere caldo in un quarto e segnare 11, 12, 13 punti in un amen. E nel secondo puoi rallentare, a condizione di ottenere i tuoi 14 in una metà. La stagione successiva penso a questo durante le partite, e ho finito per fare una media di quasi 30 punti. Mi rendo conto che non dovevo correre così tanto come penso per mettere a referto così tanti punti. Puoi rallentare e controllare le cose… questo è probabilmente il miglior consiglio che mi abbia mai dato.”
Interrogato, poi, sulle possibili sessioni di trash talking con Jordan, Melo ha insistito che era impossibile avere ragione con il sei volte campione NBA in ogni caso.
“Non si può discutere con quell’uomo, non si può! Non puoi farlo. Sa che siamo in pochi a rispondergli, ma dopo un po’ ti dice quanti titoli ha vinto, ti fa vedere i suoi anelli… è il suo meccanismo di difesa. Quello che gli dicevo per prenderlo in giro era ‘Tanto sei troppo piccolo per difendere su di me’, e lui mi diceva che ero fuori forma, che mi avrebbe fatto correre, cose del genere. Così gli ho detto che era troppo piccolo, troppo leggero. Ma no, non puoi avere l’ultima parola con lui, non importa chi sei. Non puoi parlare con qualcuno che sa così tanto… Mike è incredibile, sa tutto.”
Un ricordo, insomma, quello del rapporto con il GOAT, indimenticabile anche per un campione come Carmelo Anthony. Che quest’anno giocherà al fianco di un altro campione assoluto, e da molti indicato come nuovo GOAT. LeBron James.
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