La scorsa stagione, Dennis Schröder e i Los Angeles Lakers hanno discusso una estensione contrattuale da 84 milioni di dollari complessivi in quattro anni. Il giocatore ha quindi deciso di rifiutare, poiché pensava di poter strappare un accordo migliore, prima di chiudere però l’annata con dei pessimi Playoff e facendo contestualmente crollare il suo valore sul mercato NBA. Durante l’ultima free agency, il massimo che è riuscito ad ottenere il tedesco è stato un annuale da 5.9 milioni di dollari dai Boston Celtics. Attirando, chiaramente, l’ironia dei tifosi sui social media. Durante il media day dei Celtics, però, lo stesso Schroder ha voluto chiarire la questione riguardare la tanto citata estensione contrattuale con i Lakers:
“Io e il mio agente abbiamo parlato con i Lakers e loro ci hanno risposto: ‘Non parliamo durante la stagione’. Alla fine, non ho mai ricevuto questa offerta di contratto davanti ai miei occhi. Ne stavamo parlando, ma non ho mai avuto questo contratto davanti a me.”
In estate, poi, le parti si sono separate:
“Il mio obiettivo è quello di sentirmi a mio agio con l’ambiente in cui mi trovo. Amo la franchigia dei Lakers, hanno fatto grandi cose, ma io penso di non aver mostrato tutto quello che potevo. LeBron e AD sono due dei migliori giocatori NBA e non credo di aver dato loro tutto quello che potevo dare. In ogni caso, ora ho firmato un ottimo contratto. Io e la mia famiglia saremo al sicuro. Ho 28 anni, gioco ancora in NBA. I soldi non sono tutto. Voglio sentirmi a mio agio nella situazione in cui mi trovo e sapere che piaccio alla gente. È tutto. Tutte quelle cose, tutto quello che è successo non importante: voglio guardare avanti, cercare di continuare a fare progressi e mostrare alle persone di cosa sono capace.”
Il play ha quindi rivelato di essersi ritrovato davanti ad alcune opzioni durante l’ultima free agency, ma che le chiamate di Jaylen Brown, Jayson Tatum, Al Horford, Ime Udoka e Brad Stevens hanno fatto la differenza, così come i pareri di Sam Presti
“Hanno mostrato che mi volevano davvero. Ho pensato che fosse un ottimo segno. Questo è il motivo per cui ho deciso di venire a Boston.”
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