Nella loro primissima partita di preseason, i Chicago Bulls hanno fatto una forte impressione contro i Cavaliers. La compagine dell’Illinois ha registrato 36 assist, di cui 10 in 20 minuti per il solo Alex Caruso. Il giocatore ha commentato quanto visto con parole d’entusiasmo:
“Alla fine si tratta solo di scendere in campo e giocare come sappiamo. Se distribuisco 10 assist, significa solo che qualcuno riesce a prendersi dei tiri in maniera efficace. Abbiamo una buona chimica di squadra, credo. Finora – dopo alcune settimane insieme – posso dire che sappiamo come possiamo giocare. Ne ho già parlato prima, ma avere ragazzi come Zach (LaVine), DeMar, Vooch (Nikola Vucevic) che sono All-Star davvero altruisti, è qualcosa di importante. Tutti sanno che Zo (Lonzo Ball) è altrettanto altruista e un grande passatore. Un facilitatore di livello. Anch’io penso di essere un buon passatore.”
Caruso spera di portare con sé la cultura vincente che ha imparato da LeBron James, con cui è stato campione NBA con i Lakers nel 2020.
“Ogni volta che LeBron è nella tua squadra, giochi per il titolo. Non è un segreto. Se è nella tua squadra, fondamentalmente andrai in finale e proverai a vincere il titolo. Se non lo vinci, è una specie di fallimento. Si tratta di una situazione incredibile quando sei con lui.”
“Stare intorno a quel tipo di atmosfera giorno dopo giorno – e stare con ragazzi più grandi che hanno avuto tanta esperienza in questo campionato e vinto titoli come LeBron, Danny Green, Rajon Rondo – si può notare che c’era un tipo di atteggiamento diverso in tutti loro. Dal come giocavano, alla loro maniera di competere contro tutti e tutto. È qualcosa che ho avuto la fortuna di vivere”.
Ai Lakers è diventato uno dei giocatori preferiti del Re, che si è particolarmente divertito a giocare con lui.
“Rende il gioco molto più facile per tutti. Io e lui abbiamo un legame speciale nel modo in cui vediamo le cose durante una partita. Sappiamo entrambi come leggere il match, dalla difesa alla disposizione dei compagni. Approfittiamo delle situazioni che troviamo di fronte e troviamo diversi modi per vincere. E siamo entrambi molto esigenti, quindi c’è una connessione anche sotto questo punto di vista. Gli devo molto per essere diventato il giocatore che sono oggi. Ovviamente ho lavorato tanto per questo, ma lui mi ha permesso di mettermi ancora più in gioco. Far parte della sua storia e far parte di questa squadra negli ultimi due anni è stato molto divertente per me.”
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