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NBA Season Preview: Atlantic Divison

Brooklyn Nets

I Brooklyn Nets partono indubbiamente come la squadra favorita dell’Atlantic Division, potendo contare su un Big Three che nonostante le difficoltà dell’anno scorso, mette paura anche solo leggendo i nomi in questione.

Steve Nash dovrà necessariamente ripartire da quel mezzo centimetro che ha negato a Kevin Durant l’accesso alle Conference Finals e potrà farlo con una squadra ritrovata dagli infortuni e addirittura migliorata rispetto all’annata precedente.

Il potenziale della squadra al completo si è visto decisamente poco, complici i sopra menzionati infortuni. Inoltre, si aggiungono i problemi extra-campo che in ogni caso andranno risolti prima dell’inizio della stagione, come la riluttanza di Kyrie Irving a vaccinarsi contro il COVID. È anche vero che i Nets saranno chiamato ad una vera e propria revenge season, considerati gli investimenti della proprietà e il desiderio di portare il Larry O’Brien Trophy a Brooklyn.

Partendo proprio dalla necessità di avere un giocatore di livello per sostituire Irving durante i suoi eventuali periodi di assenza, il front office dei Nets si è mosso benissimo, andando a prendere uno dei free agent più ambiti. Forte di una buonissima prestazione alle Olimpiadi di Tokyo con la sua Australia (nello specifico i 42 punti messi a segno contro la Slovenia per vincere il bronzo), Patty Mills ha firmato un biennale da 12 milioni di dollari e andrà ad occupare il ruolo di Sesto Uomo per Brooklyn.

Patty Mills è un giocatore “silenzioso”, ma dal grande QI cestistico. Una scesa vista spesso agli Spurs è il mismatch con i lunghi, dove finge il tiro da fuori (oltre il 38% in carriera) per poi penetrare e concludere al ferro

Altre due buone mosse fatte da Sean Marks, GM della squadra, sono le conferme di Blake Griffin e di Bruce Brown; se la prima era abbastanza prevedibile, considerato che Blake guadagna ancora quasi 30 milioni di dollari da Detroit, la rifirma di Brown a soli 4.7 milioni di dollari è una grande vittoria, parlando di un giocatore ancora giovane e che dunque avrebbe potuto ottenere di più altrove.

L’altro lato della medaglia sono le perdite dolorose di giocatori molto interessanti e funzionali come Spencer Dinwiddie, Jeff Green e Landry Shamet. La perdita di Dinwiddie era ampiamente calcolata, dato il minutaggio e il ruolo richiesto dal giocatore, incompatibile con la strategia dei Nets che si sono mossi alla perfezione prendendo Mills al suo posto. Green invece aveva dimostrato di funzionare davvero bene in squadra, figurando ottimamente ai Playoff, ma che ha scelto di firmare con i Denver Nuggets; per sostituirlo è stato scelto James Johnson, che l’anno scorso a NOLA ha mantenuto 9.2 punti, 4 rimbalzi e 2 assist di media in 22 minuti a partita.

Per quanto riguarda Shamet, parliamo di un discreto tiratore utilizzato come pedina di scambio per ottenere Jevon Carter e i diritti Draft sul centro Day’Ron Sharpe. Quest’ultimo, assieme alla pick #27, Cam Thomas, costituiscono la linea verde su cui Brooklyn ha scelto di puntare quest’anno.

Nonostante il mercato sia ovviamente ancora aperto, la sensazione è che il roster dei Brooklyn Nets avrà poche variazioni da qui in avanti; Steve Nash ha una squadra formidabile tra le sue mani, e dovrà trovare la quadra per portarla al titolo e soddisfare il volere della proprietà. Il problema di avere un Big Three dai contratti così onerosi è sempre quello di ritrovarsi con una panchina di livello nettamente inferiore alle altre contender; se i Nets riuscissero a gestire bene Harden, Durant e Irving, trovando il sistema di gioco migliore per i tre, allora Brooklyn potrebbe tranquillamente aggiudicarsi la Eastern Conference.

La presenza di una squadra abituata a fare da padrone alla regular season come i Milwaukee Bucks però, ci fa posizionare la squadra nerobianca di NY al secondo posto ad Est.

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Pubblicato da
Gabriele Russo

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