Kyrie Irving è stato ufficialmente escluso dai Brooklyn Nets finché non procederà con la vaccinazione contro il Covid-19. È questa la decisione della franchigia che ha voluto lanciare un messaggio forte al suo playmaker. I Nets avrebbero potuto lasciarlo allenare e partecipare alle partite in trasferta ma sono stati chiari sul fatto che ogni giocatore deve essere disponibile al 100% per far parte della squadra.
New York City richiede la prova di almeno una prima iniezione contro il COVID-19 per chiunque abbia più di 12 anni e che desideri accedere a luoghi di sport/intrattenimento e/o a qualsiasi altra attività al chiuso. Il playmaker non avrebbe quindi potuto prendere parte alle partite casalinghe della sua squadra.
Shams Charania, nelle scorse ore, ha fatto la sua piccola indagine e le sue fonti hanno detto che Irving non sembra avere un posizione totalmente anti-vaccino, ma che la sua volontà è quella di essere punto di riferimento per difendere la posizione di coloro che hanno ad esempio perso il lavoro a causa delle imposizioni dettate dalla somministrazione del vaccino. Posizione, questa, che il play avrebbe anche spiegato ai suoi più stretti compagni di squadra.
Lui, che si autodefinisce “una voce per chi non ha voce”, avrebbe tutta l’intenzione di seguire la sua volontà. Con il rischio, però, di non vedere i parquet NBA per il resto della stagione.
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