[2-1] Philadelphia 76ers 115 – 103 Oklahoma City Thunder [0-3]
Successo nel segno di Seth Curry per i Sixers di Doc Rivers, che sul parquet tutt’altro che inviolabile del Paycom Center colgono la seconda W stagionale al cospetto dei Thunder più agguerriti del solito.
Gli ospiti mettono le cose in chiaro sin dalle prime battute del match, guadagnando una doppia cifra di vantaggio (36-26) frutto delle ben sei triple mandate a bersaglio su sette tentativi dal fratellino di Steph, la cui mano decisamente calda contribuisce a segnare la via verso la vittoria finale.
Da lì in poi, infatti, OKC riuscirà a prendere le misure dei Sixers limitando le perdite, ma ormai il danno è fatto e il divario tecnico tra le due formazioni non consente ai padroni di casa di azzardare rimonte fuori portata.
In quel di Oklahoma City arriva dunque la terza sconfitta consecutiva in altrettante gare per Shai Gilgeous-Alexander e soci, con la stellina della squadra che pure ce la mette tutta con i suoi 29 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. A fine gara fanno invece 28 punti per Seth Curry, coadiuvato da un Embiid da 22 punti, 9 rimbalzi e 6 assist.
[3-0] Golden State Warriors 119 – 107 Sacramento Kings [1-2]
Traguardo di prestigio anche per l’altro Curry, il più quotato Steph, che nella notte in cui i Warriors colgono il terzo successo consecutivo di questo avvio di stagione raggiunge quota 5000 assist in carriera a scapito dei malcapitati Kings di Luke Walton.
Come ammesso dallo stesso coach, i troppi errori commessi nell’arco dei 48 minuti, e in particolare nel finale di partita, hanno spianato la strada agli ospiti in un match tutto sommato piuttosto equilibrato, con Barnes e compagni che anzi si ritrovano sul +2 all’intervallo lungo (60-62).
Eppure, una volta rientrati sul parquet, Curry e soci non ci mettono poi molto a invertire il trend della gara, mettendo la freccia già a fine terzo quarto e forzando una volta per tutte il posto di blocco negli ultimi dodici minuti, durante i quali i ragazzi di coach Kerr rifilano 10 punti di scarto alla concorrenza.
Con 27 punti, 10 assist e 7 rimbalzi Steph Curry flirta con una tripla doppia mancata per sole 3 carambole. 22 punti per Jordan Poole, mentre dall’altra parte il migliore dei suoi è l’ex di turno Harrison Barnes con 24 punti e 7 rimbalzi.
[2-1] Memphis Grizzlies 118 – 121 Los Angeles Lakers [1-2]
Dopo un precampionato da dimenticare e due sconfitte collezionate in altrettante gare di regular season, i Lakers di coach Vogel hanno la meglio sui vivacissimi Ja Morant – protagonista assoluto del match con i suoi 40 punti e 10 assist – e i suoi Grizzlies.
Tra le mura amiche partono meglio i losangelini, che nonostante la verve della stella di Memphis riescono ad arrivare all’intervallo lungo con sei lunghezze di vantaggio (56-62). Nel terzo periodo, però, gli ospiti si rifanno pericolosamente sotto e piazzano il sorpasso, gettando ancora una volta nello sconforto un demoralizzatissimo Staples Center.
Per fortuna dei gialloviola, però, la classe non è acqua: i Lakers non mollano e danno il là alla più classica delle rimonte affidandosi agli uomini di maggiore esperienza, con Carmelo Anthony che realizza il canestro della vittoria qualche secondo prima che Morant, atterrato da Bazemore a 2,5 secondi dalla fine, fallisca la chance del pareggio gettando alle ortiche il terzo libero a sua disposizione.
22 punti e 8 rimbalzi per Anthony Davis, 19-6-6 per LeBron, mentre Melo fa 28 punti che bastano e avanzano per superare Moses Malone al nono posto dei marcatori all-time dell’Nba con un totale di 27.423 punti in carriera. Qualche dichiarazione? No, il 7 dei Lakers si dice troppo stanco, meglio optare per un po’ di meritato riposo.