(1-4) San Antonio Spurs 99-104 Dallas Mavericks (3-1)
I Dallas Mavericks rimediano a una partenza schock – senza canestri dal campo per 5:30 di gara – e dopo essere andati sotto 25-5 dimezzano lo svantaggio grazie a un parziale favorevole di 10-0 ispirato soprattutto dalle triple di Reggie Bullock e Frank Ntilikina (25-15 Spurs dopo 12′). L’inerzia favorevole prosegue anche in avvio di 2° quarto: complice un ribaltone da 21-4, in poco più di sei minuti, i Mavs si trovano a +7 sul 36-29 al giro di boa del periodo. Da qui in avanti la partita, non più fatta di grandi parziali nel suo svolgimento, si muove su nuovi equilibri. La tripla di Bryn Forbes su assist di Derrick White porta gli Spurs negli spogliatoi avanti nel punteggio (49-47). Dopo tre quarti, parità a 76. Nel 4° quarto sale di colpi Doncic, che segna qui 10 dei suoi 25 punti. Lo sloveno ispira con l’alley-oop pass convertito da Dwight Powell il parziale decisivo dei Mavs. Acquisito il vantaggio sull’86-84, Dallas non si volta più indietro. La tripla di Dejounte Murray rimette un solo possesso tra le squadre a 61″ dal termine, ma il due su due di Dorian Finney-Smith garantisce a Dallas il successo finale con il punteggio di 104-99.
Senza Porzingis, fermato da problemi alla schiena, Doncic si prende sulle spalle i Mavs (11-19 al tiro, cinque assist, tre rimbalzi), 14 per il predetto Finney-Smith; 19 in uscita dalla panchina per un Jalen Brunson da 8-15 con tre triple. Non bastano agli Spurs i 23 punti, 10 rimbalzi e otto assist di un Dejounte Murray che ormai flirta spesso con la quasi tripla doppia. 15 punti per Bryn Forbes, 14 a testa, tornando al quintetto base, per Lonnie Walker IV e Jakob Poeltl.
San Antonio tornerà in campo nel weekend, contro i Milwaukee Bucks campioni in carica. Doncic e compagni, invece, proseguiranno ora in back-to-back, andando a far visita ai Denver Nuggets.
(3-2) Memphis Grizzlies 104-101 Golden State Warriors (4-1) OT
I Golden State Warriors, che hanno inanellato quattro vittorie in altrettante uscite in questo avvio di stagione, aprono la prima di otto gare consecutive al Chase Center ospitando i Grizzlies reduci dalla sconfitta contro Portland. Il back to back pesa sulle spalle di Memphis, che va sotto nettamente nei primi 12′ (20-37). Golden State ritocca il massimo vantaggio di serata nelle battute iniziali del secondo quarto e mantiene quantomeno la doppia cifra di margine, trovandosi a condurre per la prima volta in stagione dopo il primo tempo di una gara (55-45). Memphis fa prove tecniche di rimonta portandosi anche sul -1 con 8:00 ancora da giocare nel terzo periodo, ma l’assalto viene respinto da sette punti in fila a firma di Stephen Curry, che sigla la tripla su assist di Draymond Green, segna il tiro libero dopo il tecnico comminato alla panchina avversaria e chiude il parziale personale di nuovo da oltre l’arco con il canestro in stepback. Si entra nel 4° quarto con gli Warriors avanti di sei (79-73). Memphis pareggia i conti a 7:19 dalla sirena finale a quota 86 e pochi possessi più tardi va sopra di tre lunghezze grazie al bersaglio pesante centrato da Desmond Bane. La tripla di Damion Lee su assist di Curry, unico canestro degli ultimi 2′ regolamentari, sigilla la parità che costringe le formazioni al supplementare. Ancora una canestro di Lee, sempre su assist del #30, illude gli Warriors a inzio overtime (102-101). Decide la contesa una penetrazione vincente di Ja Morant, che sigla i punti 29 e 30 della sua serata e regala a coach Jenkins la vittoria alla sua 150ª partita allenata su una panchina NBA.
Altro overtime indigesto per Golden State contro Memphis, anche se d’importanza non paragonabile con la sconfitta subita al Play-in dello scorso anno.
36 punti a referto per Curry, ma con 11-29 al tiro (7-20 da tre), 16 per Andrew Wiggins, 14 per il già citato Damion Lee, spesso presente nei momenti che contano. Memphis ha come detto trenta punti da Ja Morant, cui si aggiungono sette rimbalzi, cinque assist e quattro palle recuperate. 19 punti con cinque canestri da tre per Desmond Bane, 15 con 5-16 al tiro per Jaren Jackson Jr.
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