(3 – 3) Atlanta Hawks 94 – 122 Philadelphia 76ers (4 – 2)
Passeggiata casalinga per i Philadelphia 76ers che si tolgono quel sassolino dalla scarpa che dagli sorsi Playoff ancora infastidiva la banda di Doc Rivers. Nel rematch delle passate Eastern Conference Finals infatti, i Sixers superano agilmente gli Atlanta Hawks con una prestazione corale.
Senza Ben Simmons – che ad oggi ha giocato proprio in quella serie la sua ultima gara in maglia 76ers – Philly si affida alla sua stella Joel Embiid che risponde presente in tutti i modi possibili. La sua tripla nel primo periodo suggella un parziale da 15-0, prima di punire gli Hawks sia dalla media che, da vero big man, anche nel pitturato. 19-5-2 per il camerunense. La timida risposta di Atlanta è affidata alle giocate di Trae Young ma la sua tripla a fine primo tempo è valida solo per il -7.
La ripresa correrà sugli stessi binari dei primi 24 minuti, con i padroni di casa che finiranno per abissare gli Hawks sul 112-94 finale. 22 per Tobias Harris, top scorer del match. Trae Young si ferma a 13 con 10 assist.
(2 – 4) Boston Celtics 112 – 115 Washington Wizards (5 – 1) TS
La gara più pazza della notte se la aggiudica senza dubbio la sfida tra Washington e Boston che regala ai tifosi 58 minuti di spettacolo. In una gara dominata da un sostanziale equilibrio, le due squadre si scambiano il vantaggio fino alla scadere dei regolamentari quando, Bradley Beal prima e Jaylen Brown dopo, fissano il punteggio sul 103 pari.
Il primo OT vede partire fortissimo i Celtics che con i canestri di Dennis Schroder e Jayson Tatum raggiungono anche il +6. Ancora una volta però, è la stella dei Wiz Beal a cementare il pareggio con un lay-up da giocoliere. 36 punti finali per lui, in risposta ai 34 di Brown ed ai 27 dello stesso Tatum.
Le parti al 2OT si invertono. E’ infatti Washington a partire meglio con il fadeaway, ovviamente, di Bradley Beal. Ma i Wizards non sono solo Beal, e ai tentativi di risposta verdi risponde presente Spencer Dinwiddie che chiude la partita con due dei suoi 20 punti totali con il jumper del +2.
Il finale convulso vede ancora una volta Brown tentare al terzo OT. Liberato da una serie di blocchi, il #7 si alza dall’arco incontrando però la solida mano di Kantavius Caldwell-Pope. E’ sua la scippata decisiva che interrompe il possesso avversario ed infrange le speranze Celtics di giocarsi in altri 5 minuti la tanta agognata W.
(4 – 1) Utah Jazz 99 – 107 Chicago Bulls (5 – 1)
Una certezza della lega contro la più grande sorpresa della Eastern Conference. La sfida tra Utah e Chicago si apre con l’entusiasmo delle grandi partite, com’è giusto che sia visto l’ottima partenza di entrambe le franchigie. Per il Bulls sembra ormai collaudatissima la coppia Lonzo Ball – DeMar DeRozan: i nuovi arrivati provano a lasciare il solco nel primo periodo ed il jumper dell’ex Spurs – vero e proprio marchio di fabbrica – fissa il punteggio sul +11 Chicago. La risposta dei Jazz è affidata a Donovan Mitchell che con due triple in successione ricuce lo svantaggio e prepara il sorpasso firmato Rudy Gobert, abile nel raccogliere a fine primo tempo un rimbalzo offensivo ed a trasformarlo nel +3.
Da qui riparte lo show di Mitchell e DeRozan. 30 punti per il primo e 32 per il secondo, oltre che uno scambio di canestri che durerà per tutta la ripresa. Tra tutti questi grandi nomi, la svolta però la darà un giocatore in uscita dalla panchina: la stoppata-recupero-schiacciata di Derrick Jones Jr è il cambio di inerzia che serviva ai Bulls per domare gli attacchi Jazz e mettere la partita sul binario giusto, una giocata d’impatto che verrà poi ribadita dall’alley-oop sul finale con cui Zach LaVine metterà il punto esclamativo alla vittoria. 26 punti per LaVine che vede i suoi Bulls volare come mai in questi ultimi anni.