The Last Dance aveva fatto discutere nelle settimane coincise con la sua messa in onda la scorsa estate. A distanza di ormai 18 mesi, il prodotto audiovisivo confezionato da ESPN e Netflix continua a tenere banco come eredità tangibile del fenomeno Michael Jordan sul mondo NBA. Non tutti coloro che hanno prestato testimonianza nelle varie puntate sono stati entusiasti del risultato finale, come prevedibile.
THE LAST DANCE, L’AFFONDO DI PIPPEN
Parlando della miniserie, Scottie Pippen è tornato a battere su un tasto dolente nel suo libro Unguarded prossimo all’uscita, di cui potete leggere un estratto su GQ a questo link. Il punto di vista di Pippen è chiaro:
“L’obiettivo di Michael [Jordan] era dimostrare alla generazione di tifosi NBA di oggi che lui era ed è un atleta trascendentale, la cui figura va al di là di quanto ha ottenuto nella pallacanestro. Voleva dimostrare di essere più grande di LeBron James, che molti considerano suo pari o per certi aspetti più forte di lui. […] Nelle settimane successive alla messa in onda ho avuto modo di parlare con diversi ex compagni e ognuno di loro ha percepito la stessa mancanza di rispetto che avevo provato io. Come ha potuto Michael trattarci così dopo tutto ciò che abbiamo fatto per lui e il suo prezioso brand [?]”
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