È stata l’ennesima nottata complicata per i Los Angeles Lakers. Allo Staples Center sono arrivati i Chicago Bulls, una delle franchigie più in forma di tutta la lega. E se dal punto di vista “affettivo” il pubblico ha riaccolto con calore e affetto un ex come Alex Caruso, il campo ha poi restituito l’ennesimo, amaro risultato di questo inizio di stagione.
I 38 punti di DeMar DeRozan, uniti all’ennesima serata non facile di Russell Westbrook, sono stati fin troppo per i Lakers, ancora alle prese con la pesantissima assenza di LeBron James. Oltre alle difficoltà tecniche, questa volta ci si sono messe di mezzo anche delle circostanze non proprio prevedibili.
Scarpe non allacciate
È il terzo quarto: Anthony Davis tenta di chiudere un alley-oop, ma il passaggio è un po’ troppo lungo e l’ex Pelicans finisce per uscire dal campo, perdendo anche una scarpa. AD tenta di rimettersela, ma mentre si sta allacciando le scarpe gli arbitri danno il via libera ai Bulls per riprendere il gioco. Anthony Davis, con già un fallo tecnico a suo carico, non è d’accordo. Si rivolge verso l’arbitro vicino a sé chiedendo spiegazioni, ma il direttore di gara non ne vuole sapere e reagisce in malo modo:
Per i Lakers, già sotto di 20 punti, si spegne ogni minima speranza di poter rimontare una partita già ampiamente compromessa. Interviene anche LeBron James, in borghese, che entra direttamente in campo per calmare un nervosissimo Anthony Davis. Una situazione quasi surreale che conferma la tendenza: gli arbitri sembrano sempre più suscettibili a qualsiasi tipo di protesta verbale.
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