Kevin Durant è uno dei giocatori più utilizzati di questo inizio regular season: sono solo 5 gli atleti che hanno giocato più di lui in campionato. La cosa più preoccupante, però, è che Brooklyn deve continuare a fare i conti con numerose assenze dovute a problemi fisici (come Joe Harris) o situazioni di difficile risoluzione (come Kyrie Irving). A questo punto, la sensazione è che i Nets facciano sempre più affidamento su Durantola per portarsi a casa quante più vittorie possibili.
Nelle ultime 7 partite, KD è rimasto in campo almeno 37 minuti ad allacciata di scarpa, di cui 45 solo contro i Suns il 21 novembre scorso. Gli analisti, però, si chiedono se il giocatore riuscirà a mantenere un ritmo simile per tutta l’annata sportiva e ad arrivare in buone condizioni per i Playoff. Considerando anche che ha 33 anni e viene da un infortunio, pesante, al tendine d’Achille.
Pensieri che Steve Nash ha già processato, trovando una risposta chiara:
“La mentalità di Kevin è uno dei motivi principali per cui è certamente uno dei migliori giocatori della storia. Adora il basket. È presente tutti i giorni ed è concentrato sulla sua routine. È felice quando è sul campo da basket. Il suo successo in campo è legato tanto alla sua mentalità quanto alle sue doti. La gioia che gli regala il basket lo spinge a sacrificarsi ogni giorno. Quindi dicendogli che limiteremo il suo tempo di permanenza sul parquet in un back-to-back, vi dico che non gli piacerebbe molto. Ovviamente, cerchiamo di dargli qualche minuto di riposo qua e là e di tenerlo in panchina per altri 30 o 40 secondi quando possiamo. Ma allo stesso tempo è una stagione lunga e non vogliamo farlo arrivate stanco ad aprile, la preoccupazione è che non abbiamo davvero altra scelta. Fortunatamente è il tipo di ragazzo che risponde sempre presente e ama il basket. “
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