I Rockets interrompono la loro striscia di sette vittorie consecutive, i Jazz tornano nuovamente a fare la voce grossa ad Ovest ed il mondo così pare essere tornato a girare nella direzione giusta. Cerchiamo di mettere ordine. Corner Three, tre momenti top e altrettanti flop dagli ultimi sette giorni.
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Utah Jazz, di nuovo là in alto
Dopo un inizio di stagione decisamente ordinario, gli Utah Jazz sembrano aver tolto il freno a mano in queste ultime settimane NBA. Con il successo esterno sul campo dei Wizards di sabato notte i ragazzi di coach Snyder ne scrivono sette consecutivi, 11 nelle ultime 13 uscite. Un cambio di marcia che ha catapultato i mormoni alla terza piazza ad Ovest, a solo 2.5 partite dall’accoppiata Phoenix e Golden State.
Ancora una volta quindi, la regola rimane sempre quella di non sottovalutare questi Jazz. Ad oggi, Utah può permettersi di presentare un curriculum davvero stellare: 1° per punti a partita, 4° per punti subiti a partita, 2° per offensive rating e 5° per defensive rating. In poche parole, una vera e propria corazzata. In questa serie di sette vittorie in fila, il margine di distacco dagli avversari è stato in media di 18.7 punti. Inutile aggiungere altro.
I Cavs di Evan Mobley
Da una presenza costante al vertice della Western Conference passiamo ora ad una vera sorpresa in questa acerba stagione ad Est. I Cleveland Cavaliers, quinti con un record da 16-12, fanno davvero sul serio. Messa da parte la cocente sconfitta in casa dei campioni in carica dei Milwaukee Bucks, i Cavs hanno chiuso la loro settimana con tre successi consecutivi contro Bulls, T’Wolves e Kings. Il tutto mettendo in mostra tutto l’enorme talento del loro giovane roster.
Si, perchè oltre al notevole record dei ragazzi dell’Ohio va ricordato infatti che questa è una squadra in pieno rebuild, ancora ferita dal secondo abbandono di LBJ. Cleveland manca i Playoff dal 2018, anno in cui LeBron James ha salutato per sbarcare ad LA, e da allora il record stagionale non ha mai superato le 22 vittorie. Quest’anno la storia pare davvero diversa, grazie anche e soprattutto ad un giovane protagonista.
Il rookie Evan Mobley sta conquistando tifosi e addetti ai lavori in questa sua prima avventura NBA, dimostrando a tutti il motivo per cui i Cavs l’abbiano scelto con la terza chiamata assoluta. Nella partita contro Sacramento, Mobley è diventato il primo rookie nella storia della franchigia a registrare almeno 15 punti e 15 rimbalzi da Tristan Thompson nel 2012; cinque invece le stoppate per lui nel match contro Chicago, miglior dato per un giocatore al primo anno dai tempi di LeBron James stesso nel 2004.
Insomma, il futuro dei Cavs è in buone mani. A Cleveland c’è un nuovo Big Three.
Infinito LeBron James
A proposito di sua maestà. LBJ continua la sua ennesima campagna verso l’anello NBA, guidando a 36 anni e rotti la squadra gialloviola di Los Angeles. Un inizio stagionale, quello dei Lakers, con più altri che bassi e che non nasconde l’estremo bisogno che questa squadra ha della sua stella.
In un’annata dalle grandi aspettative, anche e soprattutto dopo gli arrivi di Carmelo Anthony e Russell Westbrook, i LAL devono ancora trovare l’intesa migliore e siedono ad oggi al sesto posto ad Ovest (15-13). 10-6 però il record con LeBron James in quintetto, che ha anche dovuto combattere contro un fastidioso problema all’addome. Insomma, inutile dire che qualunque squadra, inclusi questi Lakers, girano meglio quando LBJ è a disposizione di coach Vogel.
La 100° tripla-doppia in carriera di James lo conferma, un exploit arrivato nel match contro i Grizzlies di cui solo altri quattro giocatori nella storia del gioco possono vantarsi. Oscar Robertson, Magic Johnson, Russell Westbrook e Jason Kidd. Lunga vita al Re.