Le ultime tre settimane cestistiche di LeBron James, trentasette anni compiuti il 30 dicembre scorso, non hanno pressoché nulla da spartire con il normale rendimento di un canonico veterano NBA con quel chilometraggio sulle spalle. La sua media statistica pertinente le ultime nove partite giocate infatti recita: 34.3 punti, 9.8 rimbalzi, 5.9 assist, 1.7 palloni recuperati e 1.4 stoppate a partita in 36.7 minuti di utilizzo (la maggior parte di essi da centro per ovviare all’assenza di Anthony Davis).
Al termine delle partita di questa notte, vinta dai suoi Los Angeles Lakers ai danni dei Sacramento Kings con il punteggio di 122-114, James, autore di 14 punti nel solo quarto periodo, ha commentato con regale cognizione di causa il suo clamoroso stato fisico:
“Nella mia carriera ho sempre cercato di dedicare più tempo ed investimenti possibili al cura del mio corpo e del mio stato aerobico. Un professionista si può definire tale solo se lavora quotidianamente per aiutare la propria squadra anche in ottica preventiva, mettendo sempre in conto di poter essere chiamato agli straordinari. Vogel e Fizdael hanno monitorato alla perfezione il mio minutaggio, cercando di trovare un giusto bilanciamento tra i necessari intermezzi di riposo e la volontà di avermi in campo nei momenti decisivi. Nonostante senta continui discorsi sull’età che avanza, giocare 37 minuti a partita non mi spaventa affatto. Al contrario, mi fa sentire vivo, determinante e orgoglioso. In aggiunta, non mi sembra nemmeno di faticare così tanto, visto che nel 2005-2006 venivo impiegato con una media di 42.5 minuti a partita”.
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