LeBron James, 37 anni compiuti lo scorso 30 dicembre, sta dimostrando con strabiliante continuità di reputare i suoi dati anagrafici nulla di più incidente di un semplice numero. Nelle ultime quindici partite King James ha mantenuto una media di 30.9 punti, 8.7 rimbalzi, 6.3 assist, 1.6 palloni recuperati e 1.5 stoppate a partita, giocando circa 37 minuti ogni sera, alcuni perfino da centro per ovviare all’assenza di Anthony Davis, con l’obiettivo dichiarato di mantenere i Los Angeles Lakers in piena corsa Playoff.
Sebbene non figuri ancora nel novero dei principali candidati alla vittoria del titolo di MVP, arrivare anche solo tra i papabili al termine della stagione significherebbe molto per LBJ, ben conscio del legame diretto che vige tra i premi individuali ed i risultati di squadra:
“Essere in corsa per la vittoria del titolo di MVP sarebbe soprattutto un bene per i Lakers. Se infatti dovessi ritrovarmi tra i finalisti a distanza di qualche mese da oggi, vorrà dire che la franchigia avrà affrontato una sontuosa seconda parte di stagione, classificandosi ai piani alti della Western Conference. Malone detiene il record di anzianità per il conseguimento del trofeo? Ho due anni in più rispetto al Malone della stagione 1998-1999 e sarebbe certamente motivo d’orgoglio per me appropriarmi di tale primato. D’altro canto, bisogna anche essere realisti e riconoscere la grandezza altrui. Curry e Durant stanno giocando una stagione superlativa e, a mio modo di vedere, sono i grandi favoriti”.
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